Arrow 5x04, "Penance": la recensione

La nostra recensione del quarto episodio della quinta stagione di Arrow, intitolato “Penance”

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Spoiler Alert
Dopo tre episodi in cui è stato esplorato il nuovo status quo della stagione, questa settimana Arrow ha messo a fuoco i suoi punti fondamentali, incastrando ogni pezzo nella giusta posizione. Il conflitto, diviso su due fronti principali, ha visto Oliver (Stephen Amell) e Lyla (Audrey Marie Anderson) impegnati a far evadere Diggle (David Ramsey) di prigione, mentre il resto del team Arrow ha dovuto fronteggiare il ritorno del boss del crimine Tobias Church (Chad L. Coleman). Ogni personaggio si è trovato a confrontarsi con il concetto di penitenza che dà il titolo alla puntata, cercando redenzione per le proprie colpe con punizioni autoinflitte, elevandosi in un certo senso a nemesi di se stessi.Arrow ha messo a fuoco i suoi punti fondamentali, incastrando ogni pezzo nella giusta posizione

Tra le numerose figure che hanno animato Penance, quella del procuratore distrettuale Adrian Chase (Josh Segarra) è emersa come la più interessante e sfaccettata, ancora non del tutto inquadrabile all'interno di un dato schieramento. Essendo stato impostato in modo non molto dissimile dall'Harvey Dent dei fumetti di Batman, ci aspettiamo che la trasformazione di Chase nel giustiziere noto come Vigilante avvenga in modo tanto spettacolare quanto controverso, con il personaggio costantemente in bilico tra bene e male. Sorprendentemente molto buona è stata poi la risoluzione del conflitto tra Felicity (Emily Bett Rickards) a Rory (Joe Dinicol), messa in scena con maturità e senza gli inutili paternalismi a cui lo show ci aveva abituato negli scorsi anni.

Parlando delle sequenze d'azione, che stanno finalmente tornando a essere uno dei punti forte della serie, in Penance ci è stata mostrata la graduale evoluzione sul campo della nuova squadra di Oliver. Dall'assorbimento dei danni di Ragman al lancio delle celebri sfere esplosive di Mister Terrific (Echo Kellum), ogni recluta ha tirato fuori i suoi colpi migliori, iniziando a muoversi insieme come un'unità di combattimento efficace e coesa. Purtroppo, la mancanza di una figura di spicco che guidi la squadra con saggezza ed esperienza ha portato il team a fallire la sua missione, uscendo dalla contesa con le ossa rotte e un membro in meno.

Per quanto riguarda invece l'impresa in solitaria di Oliver, essa è stata forse fin troppo semplicistica e schematica, priva di quel tasso di imprevedibilità e brivido che da sempre caratterizza le missioni di questo tipo. Abbiamo però molto apprezzato come questa storyline sia stata intrecciata con le vicende russe dei flashback, che hanno mostrato un soggiorno in carcere dell'alter ego di Green Arrow più oscuro e risoluto di quello visto nel presente. Ora che Oliver è entrato ufficialmente a far parte della Bratva, ci aspettiamo a breve un suo primo scontro con Kovar, speriamo molto più positivo e godibile di quello avuto la scorsa stagione con il Barone Reiter.

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