Arrow 4x23, "Schism" (season finale): la recensione

Ecco la nostra recensione del season finale della quarta stagione di Arrow, intitolato “Schism”

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Spoiler Alert
Che alla fine Oliver (Stephen Amell) avrebbe sconfitto Damien Darhk (Neal McDonough) lo sapevamo tutti dall'inizio; quello di cui eravamo all'oscuro era l'identità di colui destinato a finire nella tomba vista nella season premiere, un mistero in grado di tenere alta l'attenzione dei fan similmente a quanto fece Twin Peaks con l'assassino di Laura Palmer. L'essersi giocati questa rivelazione a pochi episodi dalla conclusione - proprio come fece lo show di Lynch & Frost, tra l'altro - ha portato Schism ad apparire scontato ancor prima del suo inizio, privandolo della carica emotiva tipica di un finale di stagione, capace di appagarti lasciandoti allo stesso tempo la voglia di scoprire subito come proseguirà lo show. Un fatto molto strano se pensiamo che questa volta la posta in gioco era alta, altissima, una minaccia non più circoscritta all'area di Star City ma pronta a riversarsi su scala mondiale.Schism si è dimostrato essere il perfetto epilogo nonché la perfetta sintesi di questa quarta stagione

La puntata ha infatti visto il team di Freccia Verde intento a fermare una volta per tutte l'inferno nucleare scatenato da Damien la scorsa settimana, in un clima di panico generale che ha coinvolto non solo la squadra del giustiziere mascherato ma l'intera città. Una situazione da "fine del mondo" che ha convinto Oliver ha mettersi in gioco in prima persona, scendendo in strada per calmare una rivolta con un discorso atto a far rinascere speranza nella gente. Nonostante questo dovesse essere uno dei momenti cardine di Schism, la sequenza non ha però sortito l'effetto desiderato, sia per la facilità con cui l'alter ego di Green Arrow ha conquistato il cuore dei suoi concittadini che per il fin troppo provvidenziale disinnescamento della bomba proprio al termine del discorso di quest'ultimo. Per quanto utile a fargli capire fin dove potrà spingersi in futuro, anche la lezione appresa da Oliver a fine episodio -  ovvero che a volte è necessario spingersi più in là in nome della giustizia, arrivando perfino a uccidere se necessario - non ha avuto l'impatto auspicato, in quanto arrivata in un momento nel quale l'attacco nucelare era ormai stato scongiurato e Darhk sconfitto. Parlando di Damien va sottolineato come gli autori non ci abbiano voluto spiegare le motivazioni che lo hanno portato a creare l'H.I.V.E. e il progetto Genesis, privandolo di un qualcosa su cui tutti i suoi predecessori, anche i meno incisivi come Ra's Al Ghul, potevano contare. Fortuna che almeno la presenza scenica del villain quest'anno si è fatta particolarmente sentire, con un McDonough che è riuscito a spiccare più di Amell a ogni confronto tra i due, persino in quello finale.

Schism si è limitato poi a riproporre lo stesso schema già visto nelle ventidue puntate che l'hanno preceduto, mostrandoci ancora una volta gli aspetti positivi e negativi che hanno segnato fin dal suo esordio la quarta stagione di Arrow. Abbiamo infatti avuto la dose settimanale di umorismo infilato nei momenti meno opportuni, qualche scazzottata di media fattura - ma qui bisogna ammettere che c'è stato un miglioramento tangibile rispetto alla season premiere, il solito Malcom Merlyn (John Barrowman) che appare e scompare a caso e di cui ancora non abbiamo capito le intenzioni, e via dicendo. Fortuna che almeno il finale ci ha regalato qualcosa di nuovo, una vittoria dal sapore amaro che permetterà agli autori di riavviare la serie come fosse un nuovo inizio. Nonostante l'aver sconfitto Darhk e salvato il mondo, i membri del team di Freccia Verde hanno infatti deciso di abbandonare le loro posizione, concedendosi una pausa indefinita dal loro lavoro notturno: Diggle (David Ramsey) è tornato nell'esercito, Thea (Willa Holland) è partita alla ricerca di se stessa e Quentin (Paul Blackthorne) ha deciso di abbandonare la città con Donna. A guardia del fortino sono rimasti soltanto Oliver e Felicity (Emily Bett Rickards), pronti a tornare come coppia sia sul lavoro che nella vita privata ma anche chiamati a confrontarsi con l'elezione dell'alter ego di Green Arrow a sindaco di Star City, un ulteriore scossone che, se ben giocato, non potrà che far bene alla prossima annata dello show.

Stendiamo invece un velo pietoso - ma anche un tappeto bello lungo - sulla questione flashback. A cosa sono serviti i frammenti di quest'anno? Qual'è la storia che gli autori ci volevano raccontare? Noi sinceramente questo non l'abbiamo capito, ma dalle interviste rilasciate da quest'ultimi pare non averlo capito bene neanche loro. Fatto sta che per ventitré puntate abbiamo assistito a una bruttissima copia della trama principale di questa stagione, quando sarebbe stato più interessante approfondire magari le origini del manufatto magico al centro delle vicende - che, tra parentesi, non si è nemmeno saputo che fine ha fatto dopo la battaglia con Darhk. Ci auguriamo con tutto il cuore che le vicende che gli autori decideranno di raccontare il prossimo anno siano più solide e coinvolgenti di quelle viste in questa serie, recuperando quel senso di avventura che faceva apparire quelle dei primi due anni anche più interessanti di quanto accadeva nel presente.

In conclusione, Schism si è dimostrato essere il perfetto epilogo nonché la perfetta sintesi di questa quarta stagione dello show verde di The CW, un concentrato di grande premesse purtroppo non sviluppate come dovuto, che hanno portato il serial a diventare quasi una parodia di se stesso in più di un'occasione.

Arrow 4x23 - 02

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