Arrow 4x13, "Sins of the Father": la recensione
La lotta per la salvezza di Thea entra nella sua fase finale. Riuscirà Oliver a mettere d'accordo Malcom e Nyssa prima che sia troppo tardi?
Per tutta la puntata, Oliver (Stephen Amell) ha cercato un modo per non essere costretto ad abbassarsi al ricatto di Nyssa (Katrina Law), conscio del fatto che sua sorella non gli avrebbe mai perdonato l'uccisione del padre. In questo senso, l'aiuto di Laurel (Katie Cassidy) nel cercare di far ragionare la figlia di Ra's al Ghul è stato fondamentale ed è anche servito a ridare centralità al personaggio di Black Canary, il cui ruolo nel serial era ormai diventato prettamente accessorio. Nonostante gli sforzi dei due, Malcom non ha voluto rinunciare né alla sua vita né tantomeno al ruolo di capo della Lega degli Assassini, lasciando che si scatenasse una furiosa guerra tra i suoi uomini e i ribelli al seguito di Nyssa. Questa situazione ha portato l'episodio a essere saturo di scene di combattimento, confuse e mal girate, in cui decine di tizi vestiti tutti uguali se le sono date di santa ragione, non facendo bene capire allo spettatore a quale fazione ognuno di essi appartenesse. Tra tutte, ci sentiamo di salvare soltanto il duello tra le strade di Star City, anche se più per la drammaticità della sequenza che per la sua effettiva fattura. Il mancato dietrofront di Malcom ha portato i membri del Team Arrow a sollecitare più volte Oliver a compromettere i suoi ideali, spingendolo a uccidere Merlyn in nome di un bene più grande. Per tenere fede al giuramento autoimposto di non togliere più la vita a nessuno, l'alter ego di Freccia Verde si è quindi messo alla ricerca di una "terza via", una soluzione che non prevedesse la morte né del padre di Thea né della sua ex sposa. Per quanto drastico, l'escamotage ideato da Ollie per porre fine al conflitto è risultato vincente nonché di sicuro impatto visivo, anche se forse un po' troppo tardivo. Sapendo che il potere di Ra's risiedeva tutto nel suo anello, a tagliare la mano di Malcom (o semplicemente a drogarlo) così da rubarglielo senza ucciderlo ci si poteva arrivare anche prima, soprattutto ci poteva arrivare chiunque. Il fatto che i compagni di Oliver non abbiano neanche preso in considerazione questa semplice idea ha rappresentato una bella forzatura in termini di scrittura, certamente utile a mandare avanti quarantacinque minuti di puntata ma che ha inficiato sul livello qualitativo della serie.
Per quanto drastico, l'escamotage ideato da Ollie per porre fine al conflitto è risultato vincente nonché di sicuro impatto visivo, anche se forse un po' troppo tardivoSins of the Father si è concluso con lo scioglimento della Lega degli Assassini e la rivelazione fatta da Malcom a Damien Darhk (Neal McDonough) che il vero punto debole di Oliver non è rappresentato da Felicity bensì da suo figlio William. Se il primo elemento potrebbe avere forti ripercussioni su tutto l'universo supereroistico di The CW, permettendo a tanti villian di serie B di presentarsi come ex membri della setta, il secondo riaccende l'ipotesi che possa essere proprio William colui che andrà a finire nella famosa tomba, allontanando per un attimo l'ipotesi Diggle (David Ramsey) che si era fatta strada nelle scorse settimane.