ARK Park promette ma non mantiene - Recensione
Sviluppato da Snail Games/Peacock Studio in concerto con Studio Wildcard, lo spin-off in realtà virtuale di ARK: Survival Evolved non ci ha convinto sotto moltissimi aspetti: la recensione di ARK Park.
Ad ogni modo, tra le gemme che brillano attorno visore di Sony speravamo proprio di infilare anche ARK Park, titolo sviluppato da Snail Games/Peacock Studio in concerto con Studio Wildcard. Ma speravamo invano, perché lo lo spin-off in realtà virtuale di ARK: Survival Evolved, nonostante la sua seducente ambientazione alla Jurassic Park (tanto per restare in tema Spielberg), non solo manca le promesse, ma si classifica addirittura come una delle esperienze in VR più fiacche sulla piazza.
[caption id="attachment_183869" align="aligncenter" width="2048"] Oltre ai dinosauri, il parco ospita anche altri animali più o meno coerenti con lo scenario preistorico proposto[/caption]
Ora, l’inizio è anche promettente: attraverso una corsa in monorotaia sull’acqua tutto sommato spettacolare, il giocatore viene accompagnato nella sala d’accoglienza del parco, che col suo design pulito e futuristico ricorda quella della serie TV Westworld (piccolo trivia: la serie è a sua volta basata sull’omonimo film scritto e diretto da Michael Crichton, autore del romanzo Jurassic Park). Purtroppo, nonostante la discreta partenza, non appena il giocatore muove i primi passi negli spazi virtuali del titolo, l’illusione viene completamente spezzata. Nonostante gli sviluppatori parlino apertamente di “mondo aperto”, ciascuna sezione è separata dalle altre da un rigido menù, cosa che sicuramente non spinge la fluidità dell’esperienza.
A tutti questi legacci tocca aggiungere un’interfaccia di navigazione tra i menù scomoda, ingombrante e imprecisa. Per di più, proposta attraverso una veste simil-olografica che anziché generare trasparenza riesce a ottenere l’effetto opposto.
L’unico punto centrato dal sistema di controllo di ARK Park, per via di tutte le sue cinture di sicurezza, è l’assoluta mancanza di motion sickness, ma per il resto la frustrazione la fa da padrona. Anche una volta assimilate un minimo le prassi di gioco, i movimenti risultano sempre molto impicciati.
[caption id="attachment_183870" align="aligncenter" width="2048"] Attraverso lo scanner è possibile acquisire informazioni sui bestioni, e carpire il loro DNA[/caption]
Inutile dire che questo aspetto inquina praticamente tutti i contenuti: in primis il crafting, che per quanto piuttosto basilare a livello di meccaniche, riesce talmente scomodo e impreciso da fare passare la voglia.
L’esplorazione degli ambienti, che non sono poi così sgradevoli alla vista, è inutilmente macchinosa. Senza contare che gli autori hanno avuto la sciatteria di evidenziare gli elementi interattivi in maniera davvero goffa: certe liane sembrano linguette di cartone in un diorama.
Il titolo prevede anche alcune blande sezioni action dove il giocatore è chiamato a proteggere una serie di punti tattici (o presunti tali) dall’assalto di orde suicide di vari bestioni. Anche in questo caso, ça va sans dire, il risultato è rozzo e pasticciato almeno quanto il sistema di puntamento delle armi, mentre la possibilità di cavalcare i dinosauri da allevamento una volta cresciuti non è altro che uno specchietto per le allodole, dal momento che si tratta di una semplice esperienza su rotaia.
Insomma, a conti fatti non abbiamo ragione di consigliarvi ARK Park: vuoi perché quel poco che offre non è molto attraente, vuoi per il prezzo contestualmente salato, ma soprattutto per la presenza di alternative in VR decisamente più appetitose. Poi, se proprio desiderate gironzolare per un parco pieno di dinosauri con il visore calato sugli occhi, nessuno vi impedisce di selezionare la modalità cinema e lanciare il Blu-ray di Jurassic Park.