Ari-Cassamortari, la recensione: un godibile mix tra Cesaroni e Six Feet Under

Il secondo episodio della saga dei becchini Pasti include una frizzante Caterina Guzzanti in un doppio ruolo

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Le piattaforme streaming stanno dando opportunità interessanti ai cineasti italiani. Giampaolo Morelli ha sfruttato l'esplosione covid-19 delle piattaforme casalinghe con la saga Falla girare 1 e 2, spudoratamente in omaggio ad Edgar Wright (un ottimo omaggio, aggiungiamo). Claudio Amendola, alla quarta regia, idem. Entrambi hanno realizzato per Prime Video ben due film a testa con gli stessi personaggi nel biennio 2022-2024. Ce l'avrebbero fatta uscendo in sala nell'asfittico box office italico? Probabilmente no.

Con Ari-Cassamortari, come Morelli, Amendola vuole creare franchise nel suo caso unendo la sitcom dei Cesaroni con Six Feet Under più un pizzico del Dino Risi funereo de Il vedovo (1959). Un po' vicende familiari tra fratelli, un po' black humour sul mestiere di becchini. I Pasti sono dei “cassamortari” (c'è molto dialetto romanesco, come nei film di Morelli quello napoletano) alle prese con la loro ditta di pompe funebri Exequia. Nel 2022 erano coinvolti nel tragicomico funerale della rockstar Gabriele Arcangelo di un ottimo Piero Pelù. Stavolta la guest star è una frizzante Caterina Guzzanti in doppio ruolo.

I Pasti li conosciamo: Giovanni (Massimo Ghini) pensa di non essere all'altezza del padre (che belli i flashback con Edoardo Leo come sopravvalutato patriarca), Maria (Lucia Ocone) è insofferente e vorrebbe fare altro, Matteo (Alessandro Sperduti, quasi assente) uguale a Maria mentre il truccatore dei cadaveri Marco (Gianmarco Tognazzi) forse svelerà a tutti perché sono anni che parla solo coi defunti e sta sulle sue con i consanguinei.

Pregi di questo secondo episodio: i Pasti sono sempre divertenti e interpretati da ottimi attori + una Guzzanti diretta magnificamente sia nel ruolo della becera Bella Salma che in quelli della timorata Linda Sacramento. Difetti: musica di Valerio Carboni spalmata pigramente e in qualche occasione proprio malamente rispetto al senso delle immagini + lo svelamento del segreto del taciturno Marco dall'impatto non proprio epocale verso la fine. Ma tutto sommato il film è godibile.

Occhio che, se Ari-Cassamortari andrà bene come il primo, è in arrivo pure il terzo in cui Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu potrebbero essere degli antagonisti rappresentanti Dio e il Diavolo. O viceversa.

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