Archie vol. 6, la recensione
Il sesto volume di Archie chiude l'ottima run di Waid confermando gli aspetti peculiari di uno dei migliori reboot degli ultimi anni
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Con la pubblicazione del sesto volume giunge al termine la bella run di Mark Waid su Archie, serie che ha contribuito a rilanciare nel 2015. Dopo i drammatici eventi che hanno sconvolto la comunità di Riverdale, ritroviamo Archie Andrews alle prese con i preparativi del ballo di primavera e della sua nuova esibizione dal vivo. Le conseguenze dell’incidente che ha messo a repentaglio la vita di Betty Cooper, però, sono ancora evidenti: la sua relazione con Veronica Lodge è finita, mentre la sua bionda amica l’ha allontanato perché ferita nei sentimenti.
Per quest'ultimo appuntamento, Waid decide di conferire alla narrazione toni leggeri dopo un periodo in cui ci si abbandonati al pianto e alla disperazione. C’è da preparare un ballo, in fondo, e in una comunità piccola come quella della ridente cittadina bisogna sempre farsi trovare pronti per vivere al meglio un’esperienza come questa.
Se invece siete tra coloro che ancora non hanno avuto il piacere di imbattersi in questo fumetto, il consiglio è quello di ovviare quanto prima alla mancanza. Sono davvero pochi i reboot ad aver convinto quanto quello di Archie. Il merito, ovviamente, è soprattutto di Waid, che ha saputo prendere tutti gli elementi classici della serie e traslarli in un contesto contemporaneo. Il rinnovamento non ha interessato solo il look dei personaggi ma anche la loro caratterizzazione: questo attento lavoro di (ri)costruzione ha fatto sì che anche le nuove generazioni potessero rivivere le proprie esperienze attraverso gli occhi di Archie, Betty o Veronica e immedesimarsi nelle loro avventure.
Il merito va ovviamente condiviso con i tanti artisti che si sono succeduti su queste pagine. Nel volume in oggetto risulta affascinante il lavoro di Audrey Mok, a riprova di come l’artista cinese sia una delle migliori interpreti del titolo insieme alla capostipite Fiona Staples. Il suo stile asciutto e frizzante scandisce ogni pagina con precisione e cura dei dettagli, contribuendo a rendere imperdibile la chiusura di questo formidabile ciclo di storie.
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