Archie vol. 5, la recensione

Abbiamo recensito per voi il quinto volume di Archie, opera di Mark Waid e Audrey Mok

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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La cronaca quotidiana è piena zeppa di storie assurde con protagonisti adolescenti inconsapevoli delle conseguenze legate alle proprie azioni. Nella tranquilla città di Riverdale, la troppa leggerezza e l’incoscienza altrui hanno portato Betty Cooper in un letto d’ospedale dove, al risveglio dal coma, è stata colpita da una tremenda verità: le sue gambe non rispondono più agli stimoli e sarà costretta a vivere su una sedia a rotelle.

L’intera comunità è stata scioccata dal tragico evento da cui tutto è scaturito: una gara di auto clandestina organizzata da Reggie Mantle a cui ha partecipato anche Archie Andrews. Per il rosso protagonista di una delle serie più longeve del Fumetto americano, si apre ora un baratro di sensi di colpa, mentre incredulità, rabbia e frustrazione segnano incontrovertibilmente le azioni dei suoi concittadini. Se il destino si è accanito su chi meno di tutti avrebbe meritato, va detto che forza e determinazione non mancano a Betty, che, travolta da un’improvvisa ondata di affetto, appare già pronta a rimboccarsi le maniche.

Senza dubbio, questo quinto volume di Archie rappresenta la lettura più adulta del nuovo corso targato Mark Waid. Mantenendo invariate le peculiarità che hanno sancito il successo della linea New Riverdale – la struttura frammentaria dei vari capitoli e la leggerezza dei toni – questo arco narrativo scava nel profondo dell’animo dell’ampio cast di comprimari, mettendo in discussione le varie relazioni che abbiamo fin qui conosciuto.

Sin dalle prime battute della sua gestione, lo scrittore americano ha intessuto una serie di trame e sottotrame che, dopo aver raggiunto un primo apice nel finale del precedente volume, continuano a emergere con conseguenze di grande impatto emotivo. In particolare, la forza motrice di questo volume è rappresentata da Betty e dalla sua caparbietà nel voler perseguire il suo obbiettivo. La grande umanità della ragazza e quella delle persone che sono entrate in contatto con lei, permette ad Archie di comprendere la natura del rapporto che lo lega all'amica e, quindi, di prendere decisioni importanti in merito alla sua relazione con Veronica Lodge.

Non solo il triangolo Archie - Betty - Veronica ma anche vecchie acredini tra le famiglie più influenti e dissapori dettati dall’incidente vengono passati al setaccio per rafforzare il substrato psicologico del racconto, cosa che permette alla serie di proseguire la sua evoluzione.

Ripercorrendo l’epopea di Archie, non possiamo non applaudire alla grande maestria con la quale Waid ha saputo traghettare questa storica serie nel terzo millennio modernizzando personaggi familiari con grande intelligenza. Facendo proprio un linguaggio immediato e diretto – con cui ama abbattere la quarta parete per rivolgersi direttamente al lettore – l’ex scrittore di Daredevil e Avengers è riuscito a sviluppare con grande intensità tematiche di un certo spessore (come le relazioni tra genitori e figli o le conseguenze spesso tragiche di certe scelte compiute con troppa leggerezza) in grado di portarci dalle risate alla riflessione tramite un fumetto dal taglio fresco e giovanile.

Perfettamente calzante il lavoro dell'artista Audrey Mok, protagonista di una prova in linea con quella di chi l’ha preceduta su queste pagine, da Fiona Staples Pete Wood: linee pulite che contraddistinguono uno stile asciutto e attento a cogliere le espressioni dei protagonisti di uno storyarc incentrato prevalentemente sull’emotività.

Archie prosegue dunque la sua marcia in maniera sicura e mai banale, carica di nuovi e intriganti risvolti.

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