Archie vol. 4, la recensione
Abbiamo recensito per voi il quarto volume di Archie, di Mark Waid e Pete Woods
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La vita è una rapida successione di istanti, ognuno dei quali è in grado di modificare il corso della nostra esistenza. Una scelta sbagliata può portare a situazioni tragiche che da giovani si tende a non prendere in considerazione. In fondo, la morte è una spada di Damocle che pende esclusivamente sulla testa delle persone anziane, non un pensiero che appartiene a chi ha iniziato da poco ad assaporare la vita, giusto? Eppure, basta un mezzo passo falso per squarciare il velo d’innocenza che ci avvolge e finire rapiti dalla Nera Mietitrice.
Immedesimarsi nel protagonista della serie o in uno degli altri personaggi è un'operazione semplice e sicuramente divertente, merito di una scrittura ispirata che esalta la componente teen. Nel quarto volume targato Edizioni BD, intitolato Oltre il Limite, Waid si spinge però oltre quel recinto abilmente creato lasciando che la dura realtà permei le intense pagine del suo fumetto.
Nei primi capitoli di questo quarto brossurato si respira la stessa aria dei precedenti, tra triangoli amorosi, genitori iperprotettivi e misteri familiari che ben presto tornano a galla e vedono coinvolti i gemelli Cheryl e Jason Blossom; ma, quando una gara automobilistica organizzata da Reggie Mantle si trasforma in tragedia, il sorriso viene cancellato dai volti dei protagonisti, rigati da lacrime amare.
Anche in questo frangente, la narrazione mantiene la consueta impostazione corale - le drammatiche sequenze vedono coinvolti un po' tutti gli abitanti di Riverdale - che però si tinge di toni cupi, date le conseguenze che il drammatico evento porta con sé. I capitoli finali ampliano dunque lo spettro emozionale della serie aggiungendo sensazioni diametralmente opposte rispetto a quelle degli esordi. Oltre il Limite si dimostra una lettura perfettamente in linea con il nuovo corso di Archie, al quale viene però impressa una direzione inedita e vincente.
Risulta indovinata anche la scelta di Pete Woods al tavolo da disegno: lo stile dinamico dell'artista si allinea al taglio giovanile del titolo Archie Comics che ha visto alternarsi alle matite Fiona Staples, Annie Wu, Veronica Fish, Joe Eisma, Thomas Pitilli e Ryan Jampole. L’attento lavoro di sintesi del disegnatore statunitense riesce a cogliere l’importante cambio di registro stilistico e a conferire grande espressività alle tavole, soprattutto nelle sequenze più intimiste.
In conclusione, il quarto volume di Archie è senza dubbio quello che permette alla serie di compiere un significativo salto di qualità: l’inserimento di situazioni emotivamente forti e la maggior aderenza ai risvolti drammatici della vita rappresentano la chiave di volta che permette a Waid di mantenere vivo l’interesse per il suo già buon lavoro sulla testata.