Archie vol. 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Archie, scritto da Mark Waid e disegnato da Veronica Fish

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Riverdale, la quiete è stata interrotta dall’arrivo della famiglia Lodge e dall’iscrizione al Riverdale High School della bella figlia del ricco Hiram, Veronica. In un momento critico per la storia sentimentale di Archie Andrews e Betty Cooper, la comparsa di una terza incomoda è la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, cosa che mette la parola fine alla loro relazione. Ha così inizio per Archie una nuova avventura che non parte certo con il piede giusto. Del resto, distruggere la casa del tuo futuro suocero con un bulldozer non è esattamente il miglior biglietto da visita...

Lontano dal genere supereroistico che l'ha reso celebre, Mark Waid continua a la sua opera di riscrittura di uno dei fumetti più longevi della storia – il suo esordio risale al 1941 – trasportandolo nel terzo millennio con una scrittura fresca e accattivante che strizza l’occhio a prodotti televisivi vicini al pubblico giovanile. Ad affiancarlo ai disegni, in questo secondo volume pubblicato in Italia da Edizioni BD, troviamo Veronica Fish, Tomas Pitillie e Ryan Jampole.

La love story tra Archie e Veronica stenta a decollare a causa delle interferenze del padre di lei, il quale ha assunto Reggie Mantle per distruggere la reputazione del ragazzo. Intanto, Betty prova a voltare pagina con la sua nuova fiamma, Sayid, sebbene qualcosa paia sempre ricondurla al rosso protagonista. Sullo sfondo, il quotidiano della ridente cittadina, animata dalle tensioni interne per le elezioni, che vedono Lodge opporsi a Greg Collier, insegnante locale: un susseguirsi di situazioni paradossali in cui la proverbiale goffaggine di Archie rende tutto molto più complicato e decisamente tragicomico.

Leggera, scanzonata e appassionante, la lettura di questo secondo volume scorre con un ritmo serrato, alternando gag esilaranti a momenti in cui, dietro a una veste ironica, si cela un messaggio importante. La differenza sociale tra Archie e Veronica si sente eccome, ma non è il solo aspetto portato all'attenzione del pubblico: basti pensare alla "macchina del fango" che si attiva durante le tornate elettorali, alle difficoltà legate all’insegnamento e al consumismo dilagante. Tematiche affrontate in maniera attenta ed equilibrata attraverso una scrittura che non abusa di luoghi comuni e che prova ad adattare contenuti delicati a un fumetto spensierato.

Anche per questi capitoli, Waid ricorre all’espediente dell’abbattimento della quarta parete che, grazie alla natura episodica della serie, mantiene vivo l’interesse del lettore conducendolo per mano attraverso vicende tipiche dei teen drama, nel più classico dei triangoli amorosi. La bravura dello sceneggiatore sta proprio nel rendere attuale qualcosa di già noto senza snaturarlo e conferendogli un’anima pop che convince.

Persa Fiona Staples lungo il percorso, tocca alla brava Veronica Fish raccogliere il testimone e dare forma a questo spassoso quadretto. La disegnatrice coglie le tante sfumature emozionali dei protagonisti e le traduce in vignette in cui l'espressività dei volti e delle pose alimenta una narrazione già di per sé efficace. Il montaggio della tavola è frenetico e asseconda il susseguirsi di differenti scenari: un continuum stilistico con la Staples che contribuisce a mantenere elevata la qualità di Archie.

Decisamente meno convincenti le prove di Pitillie e Jampole nei capitoli finali: i due non riescono a dare la giusta profondità e la dinamicità necessaria alla storia, e il loro tratteggio abbozzato, unito alla rigidità di alcune soluzioni anatomiche, crea un evidente divario con l'operato della Fish, che ha ben poco a cui spartire con il loro.

Archie vol. 2 conferma quanto di buono abbiamo letto nel primo brossurato, grazie soprattutto ai toni leggeri e mai banali di una sceneggiatura impeccabile.

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