Archer & Armstrong vol. 6: American Wasteland, la recensione
Abbiamo recensito per voi American Wasteland, sesto volume della serie Archer & Armstrong della Valiant Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Obadiah Archer è alla ricerca dei suoi genitori naturali, un viaggio che lo conduce, insieme al suo partner Armstrong, sulla West Coast. Grazie a dei file sottratti da Bloodshot al Progetto Spirito Nascente, Archer ha individuato la posizione dei suoi a Los Angeles, presso la sede della Chiesa di Retrology, gestita dal fondatore James Douglas Morrison, il Re Lucertola. L'approccio è tutt'altro che amichevole e ben presto Archer e Armstrong sono coinvolti nella ricerca dell'arma realizzata dal Faraone Akhenaten, la Ruota di Aten. Solo così il giovane Archer potrà conoscere il proprio passato e scoprire le sue origini.
Del resto la splendida copertina di questo volume, realizzata da Michael Walsh e omaggio all'iconica cover dell'album dei Beatles Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, può considerarsi un vero e proprio manifesto programmatico di queste storie scritte da Fred Van Lente. Il viaggio attraverso le stanze del Fameotorium, infatti, è una retrospettiva sugli ultimi sessant'anni di storia umana, con una schiera di personaggi che tutti abbiamo adorato o, almeno, seguito nella nostra vita. Van Lente analizza i comportamenti umani, lascia che i suoi personaggi mettano in scena una rappresentazione di tutte le manie dell'uomo moderno cercando, poi, di decostruire il mito, privarlo del fascino e della componente magica che lo riveste. E ci riesce, mettendo a nudo, nell'ultimo capitolo, l'essenza stessa di certe religioni, sette, associazioni.
Il volume vanta l'apporto al tavolo da disegno di Pere Pérez, artista sempre più a suo agio sulle pagine di questa serie. Come Van Lente, anche Pérez adotta diversi registri, prediligendo uno stile realistico e lasciandosi andare sovente a soluzioni grottesche che accentuano il mood goliardico e paradossale della narrazione. Non deve essere stato facile per lui ricreare tante icone delle musica e del cinema, ma il risultato finale è più che soddisfacente e ripaga l'artista spagnolo degli sforzi profusi. La prova matura di Pérez lascia il segno in maniera piacevole, accompagnando i testi di qualità senza cadute di tono.
In conclusione, Archer & Armstrong vol. 6: American Westland si dimostra un volume originale, in linea con l'elevata qualità e interesse delle serie Valiant, sebbene rappresenti un'unicità per tematiche trattate e approccio alla narrazione. Un altro colpo che giunge dritto al bersaglio.