Arcane 2, la recensione: Il primo atto getta le basi per una serie destinata a segnare la storia dell’animazione

La recensione del primo atto di Arcane 2, serie animata targata Netflix

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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È disponibile da oggi, sabato 9 novembre, la nuova stagione di Arcane, serie animata targata Netflix ideata da Christian Linke e Alex Yee. La storia è ambientata nell’universo videoludico di League of Legends e i fatti narrati rappresentano un prequel del gioco della Riot Games. Anche questa volta, l’animazione è realizzata dallo studio francese Fortiche.

Mettiamo subito le cose in chiaro

Lo diciamo sin dalle prime battute: se siete rimasti colpiti dalla prima stagione e vi siete appassionati alle avventure delle sorelle Vi e Jinx, agli abitanti di Piltover e ai brutti ceffi di Zaun, allora preparatevi: le prime tre puntate distribuite dalla piattaforma di streaming riescono a portare tutto a un livello ancora più alto. E per tutto intendiamo veramente tutto: dall’animazione agli scontri, dal dramma alla portata degli eventi, qualsiasi aspetto di questo incredibile serial raggiunge un tale grado di eccellenza da annullare qualsiasi tentativo di concorrenza. Al momento, infatti, non troviamo prodotti in grado di competere con Arcane. Ma procediamo per gradi.

La storia finora

Nelle guerre, il più delle volte sono i deboli a pagare le conseguenze. Succede così che le sorelle Vi e Powder restino orfane e vengano cresciute da Vander, figura di spicco nella città sotterranea di Zaun. Ben presto, le protagoniste iniziano a manifestare i primi segni di ribellione, unendosi a una banda di ladruncoli; un furto andato male, però, innesca una serie di sfortunati eventi che allontana le due, creando una frattura nel loro rapporto difficilmente sanabile. Dopo anni, si trovano l’una di fronte all’altra, in una guerra senza quartiere innescata proprio da Powder (che adesso si fa chiamare Jinx): sul finale della prima stagione, la sorella minore ha sparato un missile verso il palazzo della Consulta, proprio mentre questa era impegnata a deliberare sulla pace tra Piltover e Zaun.

E adesso?

Intorno allo scontro tra Vi e Jinx, vengono sviluppate diverse sottotrame; due in particolare catturano l’attenzione: la guerra di potere all’interno della Consulta, che coinvolge le storiche famiglie di Piltover più nuove figure apparse per la prima volta in questa seconda stagione; lo sfruttamento dell’hextech (e dello shimmer) per conquistare – e preservare – il potere. Nel primo caso, la scena viene catturata dalla potente Ambessa Medarda, pronta a guidare Piltover e a sfruttare la sua influenza per soggiogare gli avversari. Nel secondo, l’Uomo del Progresso, Jayce, deve affrontare le conseguenze delle ricerche del suo socio Viktor e risolvere alcune questioni con il suo ex maestro, Heimerdinger, e il di lui nuovo alleato Ekko, capo dei Firelights.

Punto di rottura

In fisica, con questo termine, si indica la sollecitazione limite oltre la quale, in un corpo solido, si provoca una brusca soluzione di continuità dovuta a violente forze esterne. Tutti i protagonisti di questa vicenda hanno raggiunto questo punto. Bisogna raccogliere ciò che resta e decidere cosa fare: lasciarsi andare al dolore, alla rabbia? Cercare vendetta? Oppure, provare a raccogliere le proprie energie e cercare di trovare una soluzione che non comporti ulteriore spargimento di sangue? Domande a cui Vi, Jinx, Caitlyn e Jayce – su tutti – sono chiamati a dare risposte determinanti per il futuro di Runeterra.

Come dicevamo, dunque, sotto le impressionanti sollecitazioni portate da Jinx, dai Baroni Chimici e dalla città di Zaun, l’equilibrio secolare è crollato spingendo tutti oltre i propri limiti. In questa particolare condizione, lo spettatore si trova davanti a un affresco di grande impatto, in cui riconoscere l’ampia gamma di emozioni che caratterizza l’esistenza umana. Nelle situazioni estreme, viene fuori la vera natura di ognuno di noi; quando è la disperazione a guidarci, allora non dobbiamo aspettarci comportamenti razionali ma solo poderosa veemenza, passionalità e improvvisazione. Ed è esattamente quello che troverete in questo primo atto: il ritmo diventa frenetico, non ci lascia respirare un attimo mentre assistiamo a battaglie serratissime, a machiavelliche macchinazioni e tanti colpi di scena.

L’animazione

L’imponente architettura narrativa viene valorizzata dall’eccellente lavoro dello studio Fortiche, capace di alzare ulteriormente l’asticella della qualità con questa nuova stagione. In particolare, viene riposta una maggiore attenzione nell’espressività dei personaggi: questo miglioramento regala più enfasi alle fasi in cui la recitazione è fondamentale per la riuscita della scena. E considerando quanto risulta primario mettere in risalto l’umanità dei protagonisti, non possiamo non fare un sentito applauso allo studio d’animazione francese per questo passo avanti. In generale, però, è più d’impatto l’intero lavoro svolto: tutto appare più fluido, vivido, eccessivo, a caratterizzare le varie fasi della narrazione. Come già detto in precedenza, Arcane è una serie che gioca sui contrasti dei suoi personaggi; anche la palette utilizzata non è da meno, alternando le atmosfere luminose e ariose di Piltover a quelle oscure e claustrofobiche di Zaun, in un contrasto funzionale ed espressivo.

Conclusioni

Il primo atto della seconda stagione di Arcane getta le basi per lo sviluppo di una serie destinata a segnare la storia dell’animazione. Gli intrighi di corte, degni eredi delle atmosfere di Il Trono di Spade, si tingono di venature steampunk per guidarci attraverso tre episodi serrati, potenti, intrisi di disperata epica. Poco altro da aggiungere: non dovete assolutamente perdere questo serial. Anche perché l’Arcane si sta svegliando.

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