Apocalypse Now in Blu-Ray Disc: la recensione
Disponibile in una Special Edition e in una Collector's Edition, la versione in alta definizione di Apocalypse Now è semplicemente imperdibile...
Esistono due storie in Apocalypse Now, la prima è quella del film, quella ispirata a Cuore di tenebra, scritta per lo schermo da John Milius e messa in immagini da Coppola e Storaro, la seconda è quella della realizzazione del film, ispirata all’esperienza americana in Vietnam, scritta da Eleonor Coppola in Viaggio all’inferno e poi diventata documentario sempre per merito della moglie di Francis. Queste due storie sono ugualmente intense, importanti e sorprendenti, soprattutto hanno un impressionante numero di similitudini. Il nuovo fantastico cofanetto Apocalypse Now riesce nell’impresa di mettere insieme le due storie, tenendo sempre presente una quando racconta l’altra.
In più, oltre ai dischi, il cofanetto comprende anche un libricino con tutta la sceneggiatura originale corredata di annotazioni del regista, 5 cartoline dal film e il libretto originale che nel 1979 Coppola volle far distribuire in sala prima della visione.
Vedendo in parallelo queste due storie che vengono raccontate negli extra si comprende la portata di un film che probabilmente è un caso unico per come accomuna lavorazione e risultato.
Al Cuore di Tenebra di Kurtz che il colonnello Willard scopre gradualmente nella sua discesa lungo il fiume si oppone il cuore di tenebra di Coppola, che si paragona a Dio e il momento dopo è convinto di aver girato un film “arrogante, presutuoso e pomposo che nessuno andrà a vedere. E nessuno mi crede!”.
E ancora in apertura del documentario della moglie Francis spiega il senso del suo film paragonandolo alla storia americana: “Questo film non è un film sul Vietnam, è il Vietnam. Abbiamo compiuto la medesima parabola dell’esercito americano. Eravamo in troppi, con troppi soldi, troppi mezzi, troppa attrezzatura e siamo stati lì per troppo tempo. E così a poco a poco siamo impazziti”.
Infine nei tre dischi si trovano anche delle clip illustrate solo con un titolo laconico, che spaziano dall’estremamente tecnico (c’è un approfondimento per ogni comparto, dal montaggio fino al sonoro) oppure aprono porte surreali. Un segmento di due minuti in cui con le immagini scartate si sente un gruppo di comparse in costume da soldati di Kurtz che cantano in coro Light My Fire, o un altro molto lungo con una poesia letta con calma serafica da Brando/Kurtz su immagini del backstage. Un lento scoprire momenti di un viaggio all’inferno che è diventato film sull’andare all’inferno. Un mare di scene scartate anche dal Redux, ma che ormai, ad anni di distanza e dopo mille rimasticamenti di questo straordinario film, sono come componenti separabili, nè fuori nè dentro il film ma parte di quel magma composto da tutte le immagini che furono girate in quel luogo, sia di finzione che documentaristiche.