Anya e il suo fantasma, la recensione
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Svelare di più della trama rovinerebbe la lettura, perché il pregio principale di Anya e il suo fantasma è la storia, in grado di sorprendere a più riprese il lettore percorrendo strade sempre nuove: non si tratta però di una sequenza di colpi di scena sensazionali, ma di una costante evoluzione della vicenda e dei personaggi che mantiene sempre viva l’attenzione.
Quello che parte come un leggero racconto ambientato tra i banchi di scuola e incentrato soprattutto su tematiche adolescenziali, spazia rapidamente tra i generi assumendo tinte più cupe: in quali condizioni è deceduta la povera Emily?
L’indagine sposterà il peso della bilancia da un piano quotidiano a uno più paranormale, accompagnando il lettore attraverso sviluppi inaspettati.
Sulla copertina dell'edizione BAO Publishing campeggia la citazione di Neil Gaiman "È un capolavoro." e non possiamo che concordare con la valutazione dell'autore inglese, del cui stile si possono ritrovare alcuni echi in questo fumetto. Non è un parallelismo senza fondamento,visto che nella carriera di Vera Brosgol c'è anche lo storyboard del film animato di Coraline, tratto dal romanzo di Gaiman. L'autrice dimostra in questa sua prima graphic novel un grande talento nella scrittura per giovani adulti (l'opera le è valsa anche un Eisner Award e un Harvey Award) con un racconto permeato da un umanità e un sense of wonder che può catturare un pubblico di diverse età. Graficamente lo stile è stilizzato e cartoonesco, molto piacevole da osservare e funzionale nel trasmettere con immediatezza le differenti sfaccettature del racconto.
E poi magari fatevelo prestare, di sicuro vi conquisterà.