Ant-Man And The Wasp: Quantumania, la recensione

La Marvel formulaica e sempre uguale a se stessa anche quando vuole essere originale è qui e Ant-Man And The Wasp: Quantumania la annuncia

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Ant-Man And The Wasp: Quantumania, dal 15 febbraio al cinema

Solo perché non succede a te non vuol dire che non stia succedendo!”, sarà la figlia di Scott Lang, Cassie, a pronunciare questa frase nel momento che svela il punto stesso di Ant-Man And The Wasp: Quantumania: la presentazione di una nuova figura, un modello giovanile tutta idealismo e valori della generazione Z.

Il film dovrebbe sancire la coppia Ant-Man e The Wasp ma The Wasp c’è poco anche se è sempre presente (e la poca personalità di Evangeline Lily non aiuta). I due vengono trasportati insieme a figlia e genitori (un vero viaggio di famiglia) nel mondo quantico e lì scoprono civiltà e problemi locali (che potrebbero diventare galattici) da fermare. Insomma sono in due ma è come se ci fosse solo uno, Ant-Man, insieme a sua figlia e, come sempre nel cinema americano recente, la ragazza è eccezionalmente portata per le scienze e soprattutto dotata del superpotere giovane: i discorsi che convertono le coscienze di tutti a qualsiasi cosa.

Ant-Man And The Wasp; Quantumania introduce un’eroina di una nuova generazione, come una parte dei film Marvel inizia a fare da un po’ di tempo, favorendo il fisiologico ricambio generazionale che nei fumetti non serve ma al cinema avviene o nella forma del reboot o in quella del passaggio del testimone (che poi è anche un modo per attirare pubblico nuovo con nuovi volti). Il problema semmai di quest’avventura nel mondo quantico (decisamente meno illuminato del nostro a quanto si evince dal film) in cui scoprire per bene il nuovo villain della nuova saga crossover tra tutti i film e le serie Marvel (nessuna sorpresa su quel fronte) è che ci mette troppo ad entrare nel vivo e il tempo che passa prima che possiamo iniziare a comprendere obiettivi e avventure è occupato da scene d’azione generiche e gag non divertenti.

Ant-Man è come sempre un film leggero, lo mostra subito il suo inizio musicale, ma l’umorismo è sempre più da genitori e sempre meno da ragazzi, sempre più blando e sempre meno aggressivo. Anche l’idea del mondo quantico è l’ennesima riproposizione dei setting dei film di fantascienza con i costumi di Guerre stellari e la tecnologia solita del mondo Marvel (anche se siamo in un tutto un altro universo separato le prigioni sono quelle dei film Marvel, con la lastra trasparente al posto delle sbarre, come anche le astronavi e via dicendo). 

La Marvel formulaica lo è sempre stata, ma aveva anche la capacità di inserire in questi "schemi" variazioni e scarti di tono o, alle volte, personaggi che le rendessero fresche e godibili. Ant-Man And The Wasp: Quantumania invece è l’ennesimo film realizzato seguendo il manuale dei film Marvel senza inventiva, in cui anche quelle trovate che dovrebbero essere originali e a sorpresa, diventano invece la riproposizione di qualcosa di già visto, come ad esempio il signorotto del mondo quantico, una star degli anni ‘80 che interpreta un personaggio colorato e sopra le righe con un fare ironico e camp non diverso da Jeff Goldblum in Thor: Ragnarok. Così se il mondo Marvel è sempre stato una grande serie tv, ora sta diventando una piccola serie tv, di quelle da pomeriggio.

Sei d'accordo con la nostra recensione di Ant-Man And The Wasp: Quantumania? Scrivicelo nei commenti qua sotto!

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