Ant-Man and the Wasp, la recensione del film

Abbiamo recensito per voi Ant-Man and the Wasp, il secondo film Marvel di Peyton Reed

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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C'è una scena di Ant Man and the Wasp che merita senza ombra di dubbio il premio di sequenza più divertente in assoluto di ogni singolo film dei Marvel Studios. Ci sembrava giusto aprire questa recensione con un applauso a Paul Rudd per il risultato finale. Doppio, dato che l'attore è anche sceneggiatore.

Il film è divertente e scorre via come ci si aspettava, tra senso dell'umorismo azzeccato e tanta azione, molta più che nel primo capitolo della storia di Scott Lang. Sappiamo già tutto di lui e dei suoi alleati, di Hank Pym e di sua figlia Hope. Non c'è molto da raccontare sui protagonisti, che vengono sostanzialmente proiettati nella vicenda. L'atto introduttivo della pellicola serve ad aggiornarci su quel che è successo loro dopo i fatti di Captain America: Civil War, dandoci un'idea delle condizioni del patteggiamento di Scott con il governo, per quanto riguarda la violazione degli Accordi di Sokovia, assieme a parte degli Avengers. Sappiamo tutto quanto anche sulla missione dei tre, che viene ampiamente annunciata al termine di Ant-Man. C'è Janet Van Dyne da recuperare dal Regno Quantico, dato che Scott ha dimostrato che è possibile andare e tornare.

Ci sarebbe invece molto da sapere sugli antagonisti della vicenda. Ma uno è un vero cattivo che serve più come gag e come pretesto per complicare le cose, estremamente bidimensionale, ma utile al dipanarsi della vicenda. L'altro, lo Spettro, che dovrebbe essere il vero nemico di questo seguito, ha una storia e delle motivazioni interessanti, ma che vengono liquidate in fretta e senza particolare sviluppo del personaggio. In ben due occasioni, infatti, il regista Peyton Reed cerca di disinnescare uno dei principali difetti del film tramite l'autoironia. Ci sono ben due spiegoni esibiti, esibitissimi, portati quasi all'eccesso retorico, per risultare volutamente eccessivi. Il primo riesce, il secondo meno. Peccato, perché è proprio quello che dovrebbe raccontarci chi sia Ava, lo Spettro, vittima delle sperimentazioni quantiche di Pym, più o meno, e ora in cerca di rivincita in maniera pericolosa e non troppo clemente.

C'è un altro difetto, in Ant-Man and the Wasp. Se il primo film era un heist movie molto riuscito, con un obiettivo chiaro e cristallino, molto semplice, in questo caso siamo di fronte a una missione di salvataggio. Il tema ricorrente è la fretta. Tutti hanno delle cose che devono fare in frettissima, delle scadenze improrogabili che li obbligano ad agire ora, subito, entro tempi strettissimi. Scott è al termine degli arresti domiciliari, deve tornare a casa di corsa, altrimenti lo sbattono in prigione. Ava ha poco tempo per la sua vendetta, perché rischia di sparire a causa dello sfasamento quantico di cui è vittima. Hank e Hope hanno pochissimo tempo per salvare Janet, altrimenti non sarà più possibile. Persino Luis ha un'urgenza che complicherà di molto le cose per gli eroi. Un incrocio di esigenze che stanca un po' e pesa in parte sulla scorrevolezza della sceneggiatura.

Sceneggiatura che ha più di un difetto, più di quelli che abbiamo segnalato, ma che viaggia grazie all'azione ben congegnata, alla simpatia dei personaggi, a una buona interazione fra di loro e a un ritmo sempre sostenuto. Certamente non c'è quel senso di meraviglia che permeava il primo episodio, sia grazie al fatto che ci trovavamo di fronte alla scoperta dei poteri da parte di Scott, sia in forza di un impianto visivo che osava decisamente di più, con idee di messa in scena del cambiamento di dimensioni molto più interessanti rispetto a quel che vediamo in questo caso. Tutto è molto più convenzionale, e il risultato è un film divertente, ma che non lascia esattamente il segno. Se non per alcuni momenti che strappano la risata in maniera piena e convinta, con soddisfazione. Su tutti, la sequenza con cui Paul Rudd ci ha confermato di essere uno degli esseri umani più simpatici attualmente in vita.

Buon ritmo, antagonisti dimenticabili. Ottimi dialoghi, sceneggiatura a volte traballante. Azione convincente, messa in scena non proprio originale, per quanto sempre elegante. Ant-Man and the Wasp è tutt'altro che inguardabile, ma si colloca tra i film meno stupefacenti dei Marvel Studios, con una perdita di personalità rispetto al suo predecessore. Un avvertimento: l'attesa di un accenno agli eventi di Avengers: Infinity War l'abbiamo sentita per tutto il tempo del film. Arriverà. Siate fiduciosi.

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