Another Round, la recensione | TIFF 20

Un'ottima performance di Mads Mikkelsen non riesce del tutto a mantenere alto il livello di Another Round, presentato al Toronto Film Festival

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Mads Mikkelsen regala una delle sue interpretazioni cinematografiche migliori di sempre con Another Round, il nuovo film del regista danese Thomas Vinterberg (con cui aveva già realizzato The Hunt) presentato al Toronto Film Festival.
Al centro della trama c'è un'amicizia tutta al maschile che porta a un esperimento sociale piuttosto originale, curioso e pericoloso per la vita personale e professionale di tutte le persone coinvolte.

Martin (Mikkelsen), un insegnante del liceo, sembra aver perso la voglia di vivere e il matrimonio con Trine (Maria Bonnevie) e il suo lavoro sembra stiano per scivolargli dalle mani. Durante una cena organizzata per festeggiare un compleanno, l'uomo è insieme a tre colleghi quando il festeggiato Nikolaj (Magnus Millang) condivide una strana teoria filosofica del norvegese Finn Skårderud con cui sostiene che l'essere umano sia nato con un tasso alcolico troppo basso nel sangue e bisognerebbe quindi mantenerlo a quota 0.5%, l'equivalente di uno o due bicchieri di vino, durante tutta la giornata per essere maggiormente rilassato, aperti mentalmente e in grado di ragionare senza pressioni. I quattro decidono quindi di provare a verificare la teoria come se si trattasse di un esperimento scientifico, riportando con attenzione le conseguenze quotidiane. Martin, fino a quel momento particolarmente misurato e controllato, sembra inizialmente la persona destinata a trarre maggiori benefici dalla situazione, tuttavia il gruppo perde di vista i propri obiettivi e inizia a esagerare con il consumo di alcol, portando a risultati drammatici.

La sceneggiatura di Another Round firmata dallo stesso Vinterberg in collaborazione con Tobias Lindholm fatica a sviluppare una narrazione che si allontani dalla semplice analisi morale sull'alcolismo e sull'incapacità di comunicare con il prossimo, tra matrimoni e interazioni tra generazioni diverse segnate da incomprensioni e silenzi insostenibili, proponendo un racconto diviso in capitoli che dopo un inizio brillante scivola in una parte centrale che si trascina un po' per inerzia, fino a un epilogo esplosivo dal punto di vista emotivo grazie alla performance di Mikkelsen, vera colonna portante del progetto.
L'attore riesce infatti a delineare la figura di un uomo dall'esistenza misurata fino al punto da essere noiosa, emotivamente stabile ma priva di passione ed entusiasmo, seguendone progressivamente i cambiamenti e l'emergere di quei piccoli momenti di gioia e libertà che rendono un'esistenza più ricca e piacevole, fino a una sequenza di danza davvero trascinante, folle e difficile da dimenticare.
Accanto a lui le figure dell'insegnante di ginnastica Tommy (Thomas Bo Larsen), del direttore del coro Peter (Lars Ranthe) e il professore di psicologia Nikolaj (Magnus Millang) vengono delineate solo a grandi linee, faticando a spiegare i motivi per cui arrivano a compiere la decisione di mettersi alla prova con il bizzarro esperimento, rifugiandosi nel fin troppo usato espediente della crisi di mezza età, declinata in vari modi. Il cast è comunque di ottimo livello e anche gli interpreti più giovani, al centro di alcune sequenze significative in classe e all'esterno delle mura scolastiche, offrono delle buone performance che aiutano a tenere a galla il materiale a propria disposizione. Mikkelsen, come già sottolineato, riesce però a mettere in ombra chiunque con una recitazione fatta di piccoli gesti ed espressioni, mettendo a frutto il proprio talento per entrare in connessione con gli spettatori che possono percepire le emozioni del personaggio, la sua frustrazione e la sua sofferenza mentre prova a salvare il proprio matrimonio ed essere un buon insegnante. Another Round scivola in più di un momento in una rappresentazione surreale e sopra le righe della vita degli adulti e dei teenager, tuttavia ha il merito di proporre un finale in crescendo che fa compiere degli evidenti passi in avanti al progetto di Thomas Vinterberg, comunque ben gestito grazie all'esperienza del regista.

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