Annihilator - Patto con il diavolo, la recensione

Le illustrazioni di Frazer Irving rappresentano qualcosa di onirico e surreale, capace di varcare metaforicamente i confini dimensionali

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Annihilator #1, anteprima 01

"La penna è più potente della spada" dice un vecchio detto popolare. Perché le parole scritte possono lasciare ferite invisibili anche a distanza di molto tempo. Ferite che non riescono poi più a rimarginarsi. La storia della letteratura presenta molti esempi di scrittori così dediti alle proprie opere da annullare infine la propria identità. Da dare la vita per esse. Qualcosa di molto simile accade nella miniserie in sei numeri Annihilator, edita dalla Legendary Comics tra il 2014 e il 2015, sceneggiata da Grant Morrison e disegnata da Frazer Irving. Il progetto è stato di recente riproposto dalla casa editrice saldaPress in un volume cartonato.

La storia è incentrata su Ray Spass, uno scrittore e sceneggiatore cinematografico in crisi dopo i primi, effimeri successi. Credendo di essere una pedina importante di Hollywood, tanto da concedersi lussuose ville e stregate e presunti riti satanici, ma non capendo che in realtà è solo uno dei tanti sceneggiatori inglobato dal sistema, Spass vede il suo mondo distrutto quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello inoperabile.

Annihilator #1, anteprima 02

O forse non è così? Chi è infatti colui che si fa chiamare Max Nomax, che altri non è che il protagonista della sceneggiatura del film che Spass sta ancora scrivendo? Costui dice a Spass che il tumore è in realtà una pallottola-dati che contiene tutti gli elementi della storia in divenire. Una storia che deve essere completata al più presto, perché da essa deriva la sopravvivenza non solo di Spass, ma dell'intera realtà.

Il potere delle storie, capace di piegare e modificare la realtà. Tema ben presente nel mondo del Fumetto, a volte trattato in modo scherzoso (l'autore che funge da guest-star del racconto che sta scrivendo), altre per indagare la realtà del fumetto stesso, procedendo lungo i confini della metanarrazione.

Grant Morrison, ovviamente, non ha mancato di esplorare questo tema, ad esempio in Animal Man (era lui a comparire come deus ex machina della run) o in Multiversity (dove la Cerchia – incarnazione di tutto ciò che è negativo nel comicdom – irrompe nei vari mondi per distruggere la fantasia).

"Le illustrazioni di Frazer Irving rappresentano qualcosa di onirico e surreale, capace di varcare metaforicamente i confini dimensionali."Stavolta, tuttavia, Morrison intraprende la strada opposta. Non è la realtà a cercare di modificare l'immaginazione, bensì il contrario. L'autore diviene vittima della sua stessa creazione, ed è sempre lui l'incaricato per ripristinare lo status quo (il "bene" che vince sul "male") e non l'eroe di turno. Un curioso ribaltamento di ruoli che viene esplorato in maniera ottimale tramite la dicotomia/assonanza tra Ray Spass e Max Nomax.

Entrambi ai margini della società per loro scelta. Entrambi stanno percorrendo gli ultimi chilometri di un'effimera strada di gloria. Entrambi apparentemente destinati all'oblio, in quanto parte di un sistema che celebra i suoi eroi con la stessa facilità con cui se ne disfa, provvedendo a eliminarli dalla memoria collettiva.

Annihilator #1, anteprima 03

Ed è proprio quando i due personaggi iniziano a ribellarsi a quel sistema, di cui non avevano capito in precedenza di esserne parte integrante, che cominciano anche a riappropriarsi della propria vera identità, la quale era stata standardizzata secondo i canoni dello star system, sia terrestre che extradimensionale.

Di fronte a una storia dal taglio onirico e surreale, la scelta del disegnatore non poteva essere migliore di quella effettuata. Anche le illustrazioni di Frazer Irving rappresentano qualcosa di onirico e surreale, capace di varcare metaforicamente i confini dimensionali. E grazie al fatto che è lui stesso a occuparsi della colorazione, Irving fa in modo di ritrarre in maniera differente il piano terrestre e il piano extra-dimensione da cui proviene Nomax.

Chi o cos’è dunque in ultima analisi l’Annicchilatore? Riteniamo che Morrison non dia e non voglia dare una risposta definita. C’è chi vi vedrà Dio, chi il destino e chi altro ancora. In senso più lato l’Annicchilatore è ciò che distrugge i sogni, le belle storie che meritano di essere narrate. Belle storie che devono presentare un lieto fine, per migliorare la realtà che ci circonda.

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