Anna dai capelli rossi, la recensione

Abbiamo recensito per voi i tre volumetti del manga Anna dai capelli rossi, opera di Yumiko Igarashi

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


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Questa settimana si è conclusa la pubblicazione della nuova edizione Planet Manga in tre volumi di Anna dai capelli rossi, opera di Yumiko Igarashi, un adattamento delle vicende del primo romanzo della serie omonima scritta dall’autrice canadese Lucy Maud Montgomery e pubblicata la prima volta nel 1908.

Seppur non necessiti di grandi introduzioni, data la popolarità dell'anime e della recente serie di Netflix intitolata Chiamatemi Anna, il manga narra la storia di Anna Shirley una ragazzina dalla fantasia e dall’ottimismo sconfinati che, malgrado la giovane età, ha già alle spalle dei trascorsi difficili. Rimasta orfana dei genitori, finisce nell’orfanotrofio gestito dalla signora Spencer, per poi essere adottata dai fratelli Matthew e Marilla Cuthbert che gestiscono la fattoria di Green Gables. I due, che vengono descritti come persone molto burbere a cui non piace socializzare, erano però intenzionati ad adottare un maschietto che aiutasse Matthew con i lavori alla fattoria, ma grazie al suo entusiasmo, Anna riesce presto a entrare nelle grazie di Matthew e in seguito anche in quelle della severa sorella.

La prima cosa che si evince sfogliando questo manga è come lo stile shojo si adatti perfettamente alla storia del romanzo dal quale è tratto e riesca a esaltare le caratteristiche peculiari del fulcro del racconto, cioè il personaggio di Anna. I dettagli della natura e gli onnipresenti fiori calano il lettore nell’atmosfera delle vicende, e gli occhi grandi e romantici fanno simpatizzare con la melodrammatica protagonista che alterna momenti di tristezza a teatrali espressioni di entusiasmo.

I tre volumi ripercorrono con una certa fedeltà le vicende del romanzo originale e sono di facile lettura grazie al ritmo con il quale si succedono gli eventi. Se da un lato è lodevole come la Igarashi sia riuscita a narrare in così breve spazio gli anni che vanno dall’infanzia all’adolescenza della protagonista, dall’altro si può notare una certa mancanza di introspezione dei personaggi, che acquisiscono maggiore dimensione solo in funzione di Anna.

La protagonista, infatti, forte anche della fama dovuta agli altri adattamenti, risulta ben caratterizzata con i suoi difetti, come il temperamento aggressivo, soprattutto se viene colpita nei suoi punti deboli - i capelli rossi e le lentiggini - e i suoi pregi, come la grande energia, la tenerezza, che trapela in particolar modo dall’amicizia con Diana e dal rapporto con la sua famiglia affidataria, e la positività con la quale supera i momenti difficili che non risulta mai stucchevole agli occhi del lettore.

Salta sicuramente all'occhio lo stile di disegno dell’autrice, riconoscibile per chiunque abbia dimestichezza con le sue opere più famose, Candy Candy e Georgie, che è tipico del manga per ragazze anni Ottanta, caratterizzato dai tratti precisi e sintetici e dalla grande attenzione ai dettagli delle ambientazioni e dei vestiti dei personaggi. I volti sono tratteggiati con linee morbide e i lineamenti sono sempre delicati, anche quelli del giovane protagonista maschile, dall’aspetto efebico.

Lo stile della Igarashi, che è stato in seguito emulato da tanti altri mangaka, è sempre un argomento un po’ spinoso, visto il progressivo peggioramento della qualità dei suoi lavori nel corso degli anni, ma in questo caso si può affermare che, anche se talvolta i visi dei personaggi ricordano quelli delle opere precedenti, i tre volumi siano tutti di buona qualità.

La nuova edizione di Anna dai capelli rossi è un manga imperdibile per i fan del genere shojo, ma anche per coloro che si sono avvicinanti a questa storia grazie all’anime o alla serie televisiva.

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