Angry Birds 2 - Nemici amici per sempre, la recensione
Il secondo cartone di Angry Birds riduce al minimo il rischio e si limita ad eseguire il più classico dei canovacci, copiando tutto. Ma lo fa bene
Certo, al secondo film tratto dalla serie di videogiochi per dispositivi mobili Angry Birds Rovio Animation (che qui collabora con Sony Animation) ha deciso di copiare ancora più che nel primo tutto il resto dei cartoni per il cinema. Per essere precisi copia tutti gli elementi di successo dei lungometraggi animati di questi anni e li mescola insieme per il proprio di successo. Bisogna plasmare personaggi privi di vera mitologia (quindi tutta da creare) e la scelta è farlo per somigliare a personaggi di successo e per poter accogliere e vivere dinamiche di successo.
Era chiaro che i Minion, con quel successo di marketing pazzesco avrebbero condizionato tutta l’animazione a venire, il loro paradigma e il loro modo di presentare esserini tutti uguali se non per un dettaglio ha sostituito quello “arti e mestieri” dei puffi, semplificato e banalizzato. Nel più classico dei ribaltamenti da sequel per il quale i nemici diventano amici (accadeva anche ad Apollo Creed ma qui il sapore è quello di Fast & Furious, cioè la minaccia che poi entra nella famiglia e diventa parte della squadra) i maiali sono protagonisti con il medesimo misto di slapstick e presa in giro o anche caratterizzazione dei Minion (solo che parlano).
In ogni momento la risata facile è preferita alla coerenza narrativa come in una parodia di Mel Brooks, in cui può accadere di tutto senza regole. Certo senza quella follia geniale di Brooks e più con una buona conoscenza (di nuovo) di quello che hanno fatto gli altri. Allora cosa è esattamente Angry Birds 2? Che tutto copia e poco crea, che ha una storia che è il massimo dell’usuale e che pare un episodio di una serie animata? Non è chiarissimo. Però è divertente.