L'Angelo del Male - Brightburn: la recensione
La recensione di L'angelo del male - Brightburn, film horror prodotto da James Gunn con Elizabeth Banks e Jackson A. Dunn
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Ci troviamo in una fattoria in Kansas. Tori e Kyle Breyer (Elizabeth Banks e David Denman) non riescono ad avere figli, ma il loro desiderio viene apparentemente esaudito quando dal cielo cade un oggetto che contiene un neonato. I due lo crescono come loro, finché circa dieci anni dopo qualcosa sembra mutare. Dalle premesse è evidente la volontà da parte degli sceneggiatori Mark e Brian Gunn di giocare su un what/if non dichiarato. Non una palese alterazione delle origini di Superman come poteva essere Red Son di Mark Millar, ma una variazione che permetta loro di essere abbastanza riconoscibili, pur potendo agire con un certo margine di libertà.
Il giovane Jackson A. Dunn è un volto perfetto per il ruolo che deve interpretare. Elizabeth Banks supporta i momenti più emotivi del film, e riesce a dare credibilità al proprio personaggio anche quando i comportamenti di questo sfidano la logica o è costretto a pronunciare battute non proprio irresistibili. Per quanto riguarda il versante orrorifico, Brightburn parla un linguaggio basilare, fatto di jumpscare e lampi di violenza visiva. Funziona meglio sul non detto, su ciò che rimane celato nella genesi del personaggio e nel motivo del suo agire. In questo, cinematograficamente, è come detto già più figlio di quel filone horror che accosta bambini e forze diaboliche. Riferimento principale sarebbe Il presagio: in fondo – e questo chiude il cerchio – se Superman può essere accostato ad una figura cristologica, è anche logico che il suo opposto, come in questo caso, possa essere una variazione sull'Anticristo.