Andor 1x12 (finale di stagione): la recensione
La recensione dello spettacolare finale di Andor, la serie di Star Wars prequel di Rogue One che chiude in bellezza la prima stagione
La recensione del finale della prima stagione di Andor, disponibile su Disney+
Tutte le Strade Portano a Ferrix
Teatro principe dell’episodio finale è Ferrix, lo stesso pianeta da cui era partita la vicenda: nel più tradizionale degli schemi narrativi, il cerchio si chiude e l’eroe (tra molte virgolette) torna alla sua terra natia cambiato rispetto all’inizio del viaggio per risolvere i conti in sospeso. O meglio, così sarebbe in una storia di stampo più tradizionale, ma Cassian è ancora a metà del suo cammino di crescita. Questa prima stagione è la sua “presa di coscienza” nei confronti della tirannia Imperiale e del duro cammino della Ribellione, e la sua adesione a una causa superiore arriva solo nelle scene finali della stagione. Le avventure del Ribelle Cassian ci aspettano nella stagione ventura. Il suo risveglio si conclude con la lineare, ma granitica richiesta a Luthen, per una volta colto alla sprovvista: “Uccidimi o prendimi con te.” Fuggire, procrastinare, sgusciare via dal conflitto, non è più una scelta sul piatto. La dolorosa lezione dell’arresto e dell’incarcerazione su Narkina 5 ha lasciato il segno.
Se però Cassian non è ancora un ‘eroe’ in grado di salvare o di guidare la popolazione insorta di Ferrix, si premura di mettere in salvo almeno le persone (e i droidi) a lui cari: Bix, gli amici di città e B2EMO, consegnati a un futuro incerto, ma indirizzati almeno verso uno spiraglio di speranza. Atto che dimostra una rinnovata attenzione verso le figure che hanno significato qualcosa per lui nella vita, ma anche un atto che gli permette per ora di tagliare tutti i ponti con loro e di dedicarsi esclusivamente alla lotta futura. Ancora una volta, scelte morali sofferte e contrasti in una galassia che non concede vie d’uscita facili.
Ferrix segna anche un punto di svolta per gli Imperiali o aspiranti tali della storia: Dedra Meero, che fino ad ora ha condotto una scalata ai ranghi efficace e un’indagine ostinata e implacabile, scopre di non avere poi tutto sotto controllo come credeva di fronte a una diretta, sporca e inarrestabile insurrezione popolare. Viene tratta in salvo da un Syril Karn sbarcato a sua volta su Ferrix senza sapere bene cosa fare, ed è lecito presumere che quell’atto di salvataggio lo traghetterà in una seconda stagione con un ruolo più attivo e presente.
Giochi di Potere a Coruscant
Su Coruscant, in un sottile e spietato gioco di manovra diplomatiche e politiche, si chiude la vicenda di Mon Mothma che rischiava di vedere scoperte le sue sottrazioni di fondi a beneficio della ventura Ribellione. Soluzione trovata non solo con l’annunciato sacrificio della figlia e del suo probabile matrimonio combinato con il losco concessore di prestiti, ma anche con quello del marito, bollato (una volta tanto, ingiustamente) di essere uno scialacquatore assuefatto al gioco d’azzardo per spiegare plausibilmente gli ammanchi in questione. Di tutt’altro tenore, ma comunque, ancora una volta, un sacrificio della dimensione personale e familiare in nome della causa, tema che a conti fatti ormai possiamo definire quello portante di tutta la serie.
Va detto che la vicenda di Mon Mothma è all’atto pratico una ‘serie nella serie’, la senatrice, ad eccezione di un fugace incontro con Luthen, non interagisce mai col resto del cast e vive una vicenda in parallelo. È una vicenda intrigante, raccontata in uno scenario affascinante, recitata e sceneggiata splendidamente, e che dà finalmente spessore e fascino a una figura chiave della mitologia starwarsiana che fino a poco tempo fa era poco più di un’icona, quindi non staremo certo a lamentarci. Ma per la prossima stagione, sarebbe lecito sperare in un ruolo che la veda interagire più col resto del cast.
Funerale e Riscatto
Il cuore dell’episodio è costituito, ancora una volta da Maarva Andor. Gilroy e compagni ci avevano privati della scena della sua morte, ma la vecchia saggia e tenace madre adottiva di Cassian aveva un’ultima potente carta da giocare, e prende commiato da questo mondo con un discorso funebre che diventa la vera e propria ‘scintilla che appicca il fuoco della ribellione’. E sia il discorso che i preliminari del funerale sono un perfetto esempio di quello che è stato questa serie: sceneggiatura serrata e densa di significato, crescendo di tensione e di emozione, musiche e regia di gran classe e culmine risolutivo che non fa neanche una concessione ai tanti stilemi a cui il vecchio Star Wars ci ha abituati (cattivi stupidi o inutili, facili vie d’uscita per gli eroi, ammiccamenti e atteggiamenti scanzonati nel mezzo di un combattimento, e così via). Eppure, nonostante questo, si esce dagli scontri e dai faccia a faccia delle vicende di Andor stremati fisicamente e spossati emotivamente come se avessimo combattuto di persona quegli scontri. E questo è qualcosa su cui, da spettatori e appassionati, dovremmo riflettere.
Conclusione
Andor esce di scena (per ora) con un finale che è una conferma e un innalzamento di tutti i temi e le linee narrative che aveva messo sul piatto fin dall’inizio. Una storia complessa, sofferta, adulta e intensa che esplora a fondo le vicende umane e le scelte difficile dei futuri fondatori della ribellione regalandoci interpretazioni, personaggi ed eventi che lasciano il segno. Sicuramente altre produzioni future preferiranno tornare su binari più sicuri e raccontare storie stellari più vicine a quelle tradizionali, ma ci piace pensare che nella storia di Star Wars ci sia un prima e un dopo Andor, e che altri, magari anche per produzioni di tipo diverso, sapranno cogliere l’esempio di una storia raccontata con professionalità, passione e altissima qualità. Si è detto spesso, forse anche esagerando, che Andor ‘non è Star Wars’. Correggiamo definitivamente il tiro su questa affermazione rallegrandoci del fatto che da adesso, in poi, anche Andor è Star Wars.