Andor 1x04, la recensione

La nostra recensione dell'episodio 4 di Andor, la serie tv di Star Wars con Diego Luna disponibile su Disney+

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La recensione dell'episodio 4 di Andor, la serie di Star Wars disponibile su Disney+.

C’era un ingrediente che mancava nel trittico iniziale di Andor, che (giustamente) concentrava tutta la storia sul passato e sul presente del protagonista per lanciarlo nel suo viaggio alla scoperta del resto della galassia e delle cupe condizioni in cui versa: la coralità.

Arriva, e in dosi abbondanti, in questo quarto episodio, dove la linearità della trama si interrompe per diramarsi in più filoni, tutti intriganti e trattati con la stessa perizia dei capitoli precedenti. Anzi, oseremmo dire che in certi casi il potenziale esplosivo è perfino più alto nei nuovi filoni introdotti.

La Cellula della Resistenza

Il titolare della serie è alle prese con la sua prima missione all’interno di una cellula di resistenza. Di questa missione vediamo solo i prodromi (l’azione vera e propria avrà inizio nel prossimo episodio), ma ci limiteremo a sottolineare come la cellula proto-Ribelle in questione sia, ancora una volta, crudamente realistica e senza concessioni: ci troviamo di fronte a un gruppo di guerriglieri isolati sulle montagne dove dilagano la paranoia, il pessimismo e la diffidenza. Siamo, insomma, lontani miliardi di anni luce dall’allegra cellula di Hera Syndulla e compagni in Star Wars Rebels, che è il metro di paragone più vicino a cui possiamo avvicinarci tematicamente. È ovvio che anche il target è molto diverso, quindi le differenze sono più che dovute, ma vale la pena di sottolineare come la scelta di composizione del gruppo (tutti umani) e la vita che conduce (isolati tra i monti, vivendo tra capanne e recinti di bestiame) abbia come punto di riferimento precedente i gruppi e i movimenti di resistenza del ‘nostro’ mondo che non quelli starwarsiani precedenti.

L’uomo dai mille volti

In questo scenario spicca e si distingue Luthen Rael, il personaggio interpretato da Stellan Skargard, indecifrabile ed enigmatico più che mai, che non esita a mettere in difficoltà il capo della cellula montana pur di perseguire i suoi piani per Andor, e che soprattutto cambia maschere con disinvoltura, passando da quella di capofila di una cellula di resistenza in un mondo di periferia a quella di un facoltoso mercante amante della bella vita sulla capitale di Coruscant. È lecito presumere che Rael finirà di essere uno dei padri concettuali della futura Ribellione, ma l’alone di mistero che lo circonda, unitamente all’impeccabile performance di Skargard, ne fanno una delle sottotrame più intriganti da seguire.

La futura madre dell’Alleanza Ribelle

A proposito di Coruscant, entra finalmente in scena quella che dovrebbe essere la coprotagonista della serie, Mon Mothma, interpretata da una Genevieve O’Reilly in stato di grazia. Dopo una serie di apparizioni riconducibili a una serie di cameo o ad eventi in cui il personaggio non brillava per decisionismo (vedi Rogue One), la Reilly trova un copione che le permette di esprimersi con carisma e sottigliezza e il ‘making of’ della futura leader suprema dell’Alleanza promette di partire bene proprio nel posto dove meno ce lo aspettiamo, tra i saloni sfarzosi dell’alta società di Coruscant (piccola chicca per appassionati all’ultimo stadio: scandagliate i nomi che Mothma fa al marito quando protesta per l’imminente ricevimento, Ars Dangor, Sly Moore e soprattutto Ghorman, e scoprirete che si tratta di rimandi notevolissimi alla lore starwarsiana senza essere invasivi e sfruttati al meglio).

Dietro le quinte dell’Impero

Non finisce qui: c’è spazio anche per una carrellata sui meccanismi interni dell’ISB, il famigerato Ufficio di Sicurezza Imperiale, dove spicca soprattutto il responsabile principale la cui freddezza e i modi spicci darebbero lezioni anche al Grand Moff Tarkin, e dove va in scena l’inevitabile rivalità tra ufficiali rampanti per la scalata al potere. Non la più originale delle trame, ma ancora una volta, è un inedito poter vedere le cose anche dall’altra parte della barricata e seguire gli sviluppi della trama anche dal punto di vista Imperiale.

E a questo proposito, chiudiamo la carrellata con Syril Karn, l’acerbo e zelante soldato corporativo caduto in disgrazia dopo essersi scontrato con Andor nel trittico iniziale. La sua storia poteva tranquillamente dirsi chiusa dopo lo scontro su Morlana, e invece lo ritroviamo a sua volta su Coruscant, in una rapida ma toccante riunione di famiglia, e in procinto di essere fagocitato dalla macchina bellica Imperiale. C’è un futuro narrativo in serbo anche per lui, ed è probabile che sarà proprio attraverso i suoi occhi che scopriremo i meandri e la disumanizzazione dell’organizzazione Imperiale dall’interno.

Conclusione

Concludendo: un episodio che, ancora una volta, centellina le scene di azione ma calca pesantemente l’acceleratore in termini di world building e complessità della trama. Da storia individuale, la vicenda di Andor si trasforma in una scacchiera dove sono molte le pedine a muoversi e ad agire, e la posta in gioco sale gradualmente ma inesorabilmente. L’incrociarsi e il combinarsi di queste linee narrative promettono scintille, e nel frattempo continuano a offrirci la versione più realistica e coinvolgente dell’ambientazione di Star Wars che abbiamo visto da molti anni a questa parte.

Trovate tutte le notizie su Andor nella nostra scheda.

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