Ancora più bello, la recensione
Il successo del primo film crea la trilogia e così Ancora più bello amplia il racconto, inietta personaggi e si chiude con un cliffhanger
Rilanciatissimo con una seconda parte che si chiude con l’annuncio della terza, Sul più bello diventa Ancora più bello in attesa di Sempre più bello. Ovviamente nonostante il cambio alla regia (da Alice Filippi a Claudio Norza) tutto è più che confermato, specialmente il tono preadolescenziale e colorato che sempre di più, al procedere delle trame e all’enfatizzarsi delle dinamiche tra i tre amici protagonisti, attinge con garbo ai contorni del cinema queer.
La malattia, messa da parte per quasi tutto il film, torna nel finale per il cliffhanger.
È questa la differenza maggiore tra Ancora più bello e Sul più bello, il fatto che slitti un po’ di genere e non risponda più ai canoni di “amore&malattia mortale”, cioè non usi più lo spettro di una possibile morte come ciocco di legno che alimenta sentimenti grandi, rinunciando quindi a quella prossimità alla fine che afferma con forza la vitalità. La storia diventa più canonica e corale, avvicinando la scrittura a quella seriale (il nuovo regista, forse non a caso, da lì viene), in cui gli archi narrativi sono più lunghi e le trame dei comprimari si allargano. C’è una storia di #metoo sul posto di lavoro, una di ricerca dell’amore tramite nuove tecnologie e poi anche una più classica di bella e bestia tra una pupa e un secchione.
In Ancora più bello infatti non si fa che parlare di sesso e sessualità, si racconta e mette in scena l’omosessualità come l’eterosessualità o la bisessualità, ma non c’è mai niente di erotico. Ai discorsi seguono sempre scene di letto con coperte fino alla gola e giochi sessuali (di nuovo) da cartone animato, completamente occultati dalle coperte anche oltre la testa.
E alla fine, tra tutte, è forse questa la vera particolarità di questa serie di film, il racconto di un mondo parallelo al nostro, edulcorato e bambinesco in cui una sessualità da favola, fatta di attrazioni, ma non di eccitazione, non è più solo quella convenzionale ma è allargata a tutto lo spettro conosciuto.
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