Anarchia – La notte del giudizio, la recensione
Il secondo capitolo è meglio del primo. E il primo era già parecchio bello. Nasce una saga incendiaria che sembra Hunger Games per adulti. Geniale.
Un veicolo percorre le strade notturne di una città durante lo Sfogo, la mattanza che ogni anno permette ai cittadini americani di uccidere senza pagarne le conseguenze. Da quando il governo ha depenalizzato l'omicidio per quella sola notte all'anno, il paese è uscito dalla crisi. Va tutto alla grande. I ristoranti sono pieni e gli aerei pure.
L'idea geniale e molto carpenteriana di James DeMonaco (non a caso sceneggiatore del notevole remake Assault on Precint 13) ci aveva già ammaliato nel 2013. Nel 2014... la purga ci ha purgato ancora. Avevamo bisogno di questa pulizia interiore da inutili scorie cinematografiche mal digerite. Questo action thriller fantapolitico è compatto, emozionante, intelligente, accessibile.
Insieme li vedremo vivere avventure sempre più forti perché si sa, per andare in giro di notte durante Lo Sfogo le cose sono tre: o sei vittima, o sei carnefice, o sei un deficiente.
Di episodio in episodio seguiremo i cinque e ci affezioneremo sempre di più (personaggi scritti e recitati benissimo), incontreremo un simil-Malcom X che parla come Stalin (lui: “I cambiamenti arrivano solo con lo spargimento di sangue”; il dittatore comunista: “Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta”) e forse la rancida aristocrazia yankee non verrà ritratta con l'occhio insopportabilmente leccapiedi del Paolo Sorrentino de La grande bellezza. Preparatevi a una rivisitazione The Purge de la caccia alla volpe. Film fortemente anti-ricchi.
Perché qui la Compagnia dei Cinque incontrerà pure un broker impiccato a un palo con cartello con su scritto: “Per averci rubato le pensioni”.
Tutto può succedere in questa saga incendiaria che sembra Hunger Games per adulti. Anche la Rivoluzione: non vediamo l'ora di vedere il terzo episodio.
E Benedetto Sia James DeMonaco.