Amore di lontano, la recensione

Abbiamo recensito per voi Amore di lontano, graphic novel di Martoz pubblicata da Canicola Edizioni

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Giunge alla sua seconda graphic novel il ventiseienne autore romano Alessandro Martorelli, in arte Martoz, che pubblica per Canicola Edizioni Amore di lontano. Dopo il successo riscosso con il precedente Remi Tot in Stunt, del 2015, Martoz si cimenta in un esperimento narrativo davvero arduo in cui confluiscono due evidenti fonti d'ispirazione: il romanzo I Fiori Blu di Raymond Queneau e la lirica Amore di terra lontana di Jaufré Rudel. Le due opere offrono il contesto storico e la caratterizzazione dei personaggi protagonisti, le cui vicende si muovono in due diversi presenti narrativi: il primo - preciso - ambientato nel XII secolo dopo Cristo, in occasione della Seconda Crociata in Terra Santa, è incentrato sulle vicende di Antares, eroe cavalleresco alla guida dell'esercito di Alfonso VII, Re di Castiglia; il secondo - più indefinito - potrebbe essere un racconto del nostro tempo, ed è modellato intorno alla figura di Jaf, personaggio decadente alla ricerca dell'edonismo e dell'appagamento sessuale.

Le vicende umane di queste due figure, poste agli antipodi, si accavallano misteriosamente, con Jaf che si risveglia ogni volta in una città differente - luoghi dove era stato precedentemente anche Antares - dopo aver consumato intensi amplessi, a ripercorrere lo stesso tragitto del cavaliere spagnolo. Entrambi rivolgono la propria ricerca verso una donna, Mila - nome che significa "un giorno senza morte" - che nel passato è identificabile con una dama, mentre nel presente è una prostituta ancora vergine.

Sebbene con percorsi e sacrifici diversi, sia Antares che Jaf riescono a raggiungere la salvazione proprio attraverso l'amore di una vergine. La battaglia, come gli amplessi, diventa il viatico per questo viaggio in cui i contrari si incontrano e il sogno - inteso come finzione, artificio - diventa la chiave di lettura fondamentale dell'opera.

Il richiamo alle religioni monoteiste, alla loro cultura e all'abbondante carico di simboli, permea le pagine di questa graphic novel; cosa che implica da parte del lettore una concentrazione elevata volta al dispiegamento di contenuti spesso criptici. Lungo questo corposo volume sono parecchie le citazioni che possiamo scorgere, dalla storia alla scienza, dalla musica alla poesia, alla letteratura che, come detto in precedenza, offre lo spunto iniziale e lo scheletro di Amore di lontano.

Nonostante la struttura sin qui illustrata, la trama scorre lineare alternando segmenti ambientati nei due contesti storici. La voglia di Martoz di cambiare registro rispetto all'opera precedente è evidente sin dalle prime pagine, in cui è facile cogliere il legame con la letteratura francese e il poema cavalleresco. La libera interpretazione di figure così profonde di significati permette poi all'autore di adeguare gli sviluppi narrativi al simbolismo dell'opera.

Dal punto di vista estetico, invece, la semplicità del racconto lascia il posto alla vera peculiarità di questo fumetto, ovvero il ricercato linguaggio grafico: Martoz riprende in modo formale - più che sostanziale - il movimento cubista, lasciando che il suo tratto attinga anche ad altre fonti e rielabori il tutto in maniera sicuramente personale. Non si può parlare, dunque, di manierismo: le scelte operate sono figlie di una ben precisa idea di tavola e rappresentazione che è forte nell'artista.

Ogni singola vignetta pulsa di eroismo, erotismo, espressività, si carica di contenuto che lascia esplodere con soluzioni ardite e primi piani violenti, brutali. L'originalità del tratto adoperato, però, sulla lunga distanza potrebbe rendere pesante la fruizione a chi non è avvezzo a prove troppo autoriali e cariche di riferimenti che travalicano il medium fumetto, talvolta di complessa interpretazione per l'estremo simbolismo condensato in linee tortuose e aggrovigliate.

Amore di lontano è un opera colta, costruita dalle sapiente mani del suo autore che, in maniera intelligente, cristallizza su carta concetti complessi e riferimenti poco convenzionali stimolando il lettore alla ricerca di significati nascosti e richiami celati. Martoz, in particolare, stimola i propri lettori ad abbandonare ogni forma preconcetta di narrativa e a lasciarsi abbandonare all'arte intesa come esperienza sensoriale in cui trovare la salvezza dalle barbarie della vita quotidiana.

Questo fumetto splende di una bellezza non semplice da scovare, ma che una volta agguantata saprà ripagarvi degli sforzi profusi. In fondo, chi ha mai pensato che un'esistenza semplice sia sinonimo di felicità?

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