Amore e guinzagli, la recensione
Dietro la patina da commedia sulle pratiche BSDM in prospettiva femminile, Amore e guinzagli si rileva la più scontata delle love story. La recensione
Il BDSM (Bondage, Domination,Submission, Masochism), che di Amore e guinzagli dovrebbe essere il motivo di originalità e interesse, non è che in realtà semplice pretesto per una storia molto più convenzionale di quanto possa sembrare. La commedia sudcoreana, adattamento del webtoon “Moral Sense”, racconta di Jung Ji-woo (Seohyun), giovane impiegata in una ditta dove, con i suoi modi autoritari e severi, non è vista di buon occhio dai colleghi maschi. Un giorno, arriva un nuovo superiore, Joung Ji-hoo (Lee JunYoung), da cui è subito attratta. Aprendo per sbaglio un pacco destinato a lui, scopre accidentalmente che contiene un collare per soddisfare i propri piaceri sessuali. Tra i due si crea un forte imbarazzo, finché il giovane non le propone di diventare lui il suo "schiavo" e lei la sua "padrona". Incuriosita, la ragazza comincia a informarsi sul BDSM e decide così di accettare, stipulando un contratto di tre mesi, dove lui si impegna a rispettare tutti i suoi ordini.
Il film si apre con una voice over extra-diegetica che filosofeggia sull’amore, e tutto l’intreccio sembra smaccatamente portare verso i lidi della commedia romantica, tanto che, ad un certo punto, ci attendiamo un cambio di prospettiva, uno scarto, che però non arriva mai. La prospettiva femminile e la cornice BSDM infatti non portano a nient'altro che non sia il convenzionale film sull'"incontro tra poli opposti", sull' avanti e indietro di una difficile relazione, pieno di frasi fatte la cui morale si riassume in: "Accettiamoci per quello che siamo". C’era allora veramente bisogno di ricorrere a questi spunti di partenza per giungere a tale conclusione?