The Americans 2x07 "Arpanet": la recensione

Il settimo episodio di The Americans mette al centro della storia Nina e Stan

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Mentre ci inoltriamo sempre più all'interno della seconda stagione di The Americans, ancora è difficile individuare il nucleo narrativo di questo nuovo anno dello show trasmesso da FX. Il gioco di ruoli e identità sicuramente, i mille ripensamenti e le difficoltà di far convivere la dimensione familiare e quella spionistica, ma questi sono elementi da ricondurre più alle tematiche storiche dello show. Quello che invece è mancato in queste sette puntate, comunque soddisfacenti e ampiamente sufficienti, è stata la costruzione di un filone narrativo forte, con uno sviluppo in crescita. Sembra infatti che il "realismo" della vicenda in alcuni momenti si trasformi in un peso per la parte che invece dovrebbe essere quella più romanzata nella storia, impedendo quello slancio che renderebbe ancora migliore la serie.

Arpanet, titolo dell'episodio, è l'antenato di internet, nato inizialmente con finalità di difesa militare e poi divenuto negli anni qualcos'altro. È l'inizio, palpabile, compreso anche da Philip che parla di "inizio della fantascienza", di una nuova fase nello spionaggio, qualcosa che contrasta apertamente con il passato dell'attività (e non sembra un caso che lo stesso Philip ad un certo punto si rivolga ad un'informatrice dicendole che sembra uscita da un vecchio film di spie). Il tentativo di sabotaggio di questa invenzione che opera in modo apparentemente così astratto, ma che avrebbe un impatto decisamente concreto nel proseguimento della guerra, è alla base di uno dei due filoni importanti che si muovono lungo l'episodio. Philip, avvalendosi della collaborazione di un collega poco affidabile e alcolizzato, si introduce nella struttura e porta a termine l'opera, costretto tuttavia a sporcarsi le mani nel momento decisivo.

Dall'altro lato, per la prima volta nel corso di questa stagione, la vicenda praticamente parallela a quella dei Jennings prende il sopravvento sulla storia dei protagonisti. Si tratta di Stan, di Oleg, ma soprattutto di Nina, costretta a sottoporsi al poligrafo. Seguiamo i timori della donna, scopriamo – in una scena interessante, carica di tensione e di sentimenti impliciti – come sia possibile ingannare la macchina della verità, e infine vediamo la doppia risoluzione della vicenda. La donna doppio(triplo?)giochista supera il test, e poi tradisce definitivamente Stan andando a letto con Oleg. Beeman è il vero e completo sconfitto della vicenda. Mai protagonista, è un uomo che vive del riflesso delle aspettative e dei sentimenti degli altri personaggi. Ben poco è rimasto dell'uomo che nella prima stagione poteva essere erroneamente identificato come la nemesi dei Jennings.

Lo spazio in scena riservato a Elizabeth e Lucia è minore. Sempre materna e protettiva quanto basta, la protagonista continua la stretta collaborazione con lo sgradevole Larrick, al tempo stesso cercando di frenare gli istinti di vendetta della più giovane agente. È una parte preparatoria, che ci avvia all'ultima parte di stagione. Scarsa e inutile, ma anche molto ristretta, la parte riservata a Henry, l'altro figlio dei Jennings.

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