The Americans 2x06 "Behind the Red Door": la recensione

Behind the Red Door è un episodio brutale, tra i più intensi di The Americans

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The Americans arriva al giro di boa della seconda stagione raccontando con una brutalità e "sgradevolezza" mai vista prima il confuso rapporto tra ruoli, la pressione che subiscono le identità quotidiane degli agenti, le similitudini tra i servizi segreti di una parte e dell'altra. Behind the Red Door, titolo dell'episodio, assume quindi un significato letterale (si riferisce semplicemente ad un dialogo a cena a casa Beeman, momento apparentemente leggero, ma anche carico di tensione), e uno più nascosto e simbolico. Sono i temi più cari e più centrali della serie di FX, e vale la pena rimarcarli ancora una volta: il crollo della facciata che rivela tutte le sofferenze e le pressioni che un doppio gioco condotto per anni costringe a sopportare. Philip ed Elizabeth quindi disumanizzati, non più solo agenti segreti, mai completamente genitori normali, saltuariamente attori in nuove recite (la figura drammatica di Clark su tutte).

Il dialogo della scorsa settimana tra Elizabeth e Martha, nel quale quest'ultima esaltava le doti amatorie di Philip/Clark, riecheggia nella casa dei Jennings e corre accumulando tensione per tutto l'episodio, fino alla drammatica esplosione finale. Elizabeth, forse per gelosia, per insoddisfazione, per curiosità o per semplice frustrazione (ma è bello come le motivazioni non siano mai così nette) stuzzica Philip, lo mette alla prova, lo costringe ad uscire allo scoperto. Il sesso non era mai stato così centrale nella storia come in questo episodio. Lo vediamo in molti frangenti, e mai con la stessa motivazione alla base. C'è un primo momento liberatorio tra i protagonisti, vissuto dopo le tensioni accumulate nell'incontro con Larrick (l'uomo ritenuto, a torto, responsabile dell'uccisione di Emmett e famiglia, qui interpretato da Lee Targesen, il Beecher di OZ), ma non solo.

Dopo questo primo momento Philip ed Elizabeth si rincontreranno, in conclusione di puntata, ancora a letto, ma l'esito sarà drammatico e brutale. Matthew Rhys e Keri Russell, ennesima maschera nascosta sotto i personaggi, si dimostrano di settimana in settimana degli ottimi interpreti. Sono loro a passare per primi da un atteggiamento all'altro, e le facce nascoste dietro la porta rossa sono davvero tante: gli agenti, i genitori amorevoli, gli americani modello, i ruoli sotto copertura. E poi ancora i semplici ruoli matrimoniali, quelli che vedono Elizabeth passare da sensuale a materna a sofferente con una semplicità e una fluidità sorprendenti. Merito anche della scrittura di Melissa James Gibson, che torna alla serie dopo aver curato l'episodio COMINT della prima stagione. La conclusione della scena, che termina con Elizabeth in lacrime e Philip che si strappa con forza la parrucca (è raro vedere nella serie i momenti del travestimento) è uno dei momenti emotivamente più forti visti nello show.

Ma il sesso anche come riflesso delle altre storyline dell'episodio. La giovane Lucia, idealistica e ancora non disincantata come Elizabeth (materna con lei in modo diverso rispetto a come lo è con sua figlia Paige) dovrà uccidere lo sgradevole e un po' miope Carl, assistente di un uomo del Congresso. È una bella new entry Lucia. Il personaggio, è per certi versi ingenuo, ma non stupido, ed è bello che riesca a portare a termine la sua missione, anche se soffrendo, evitando ai protagonisti complicazioni che a questo punto apparirebbero troppo strumentali. Senza contare il suo collegamento, pur debole, con il Nicaragua, che permette di estendere le maglie della Storia (con la lettera maiuscola) anche ad altre realtà. Nell'episodio si parla della crisi nel Paese sudamericano, ma anche dell'invasione dell'Afghanistan, e poi ancora di ARPANET e di argomenti meno "politici" come la morte di John Belushi.

Strumentale, anche se a cosa ancora non si capisce bene, sembra essere a questo punto la vicenda di Paige. Siamo a metà stagione e, a meno che non si stia preparando il terreno per un colpo di scena, non si capisce lo spazio riservato ai suoi sospetti o al suo improvviso interesse per la Chiesa. Funziona la rilettura finale del personaggio di Claudia e le sue motivazioni. Senso di colpa, questa è la risposta. La donna crede di poter essere indirettamente la causa della morte di Emmett e famiglia, e per questo l'abbiamo vista parzialmente diversa rispetto a ciò che era nella prima stagione. Inevitabilmente meno interessante rispetto a tutto il resto, ma comunque scorrevole, la vicenda di Stan e Nina, che ormai sembra essere giunta ad un punto di rottura.

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