The Americans 2x04 "A Little Night Music": la recensione

Un episodio equilibrato e carico di tensione per The Americans

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Il quarto episodio stagionale di The Americans aggiunge un nuovo anello alla catena di eventi iniziata con l'uccisione di Emmett e famiglia nel primo episodio. È un evento dirompente che sempre più oltrepassa il proprio valore simbolico – quello di mostrarci ciò che potrebbe accadere anche ai Jennings – per costruire qualcosa di più concreto e d'impatto sulla trama dell'anno. Claudia ritorna, e con sé, dopo le schermaglie del passato, porta un'apparente solidarietà nei confronti dei protagonisti. Li indirizza sulla strada della vendetta (perché in fondo di questo si tratta), dà loro un nome, uno scopo. Non è la prima volta, ma raramente la questione era stata così personale, e non è detto che questo sia un bene, tutt'altro.

The Americans, lo sappiamo, gioca da sempre sul tema del doppio, sulle somiglianze e le differenze, sui ruoli e le possibilità che questi permettono. Philip e Elizabeth sono le spie sovietiche sotto copertura, ma sono anche i genitori che si preoccupano per la crescita della figlia, per le compagnie che frequenta in una fase così delicata per lei. Esattamente come per ogni altro genitore. E, al di là di tutto questo, sono sempre esseri umani. È difficile vedere dove finisce l'agente e inizia il genitore, dove si interrompe la copertura e inizia la sincerità, dove l'anima originale sovietica e quella americana si collegano. Ciò che ne deriva è un insieme di figure confuse, ma non in senso negativo. La contraddizione è normale, è giusta, è umana.

Elizabeth, che deve sedurre un giovane per accedere ad un fascicolo, gioca la carta dello stupro per mostrare debolezza. Ma le molestie ci furono veramente. Paige che si avvicina ad una Chiesa spaventa Philip e soprattutto la stessa Elizabeth, che tira fuori motivazioni legate al consumismo, al tema della religione, al famoso concetto di "oppio dei popoli" (spesso citato al di là del suo significato originale). Elizabeth si riferisce all'America dicendo: "Look at this country!", come per allontanarsene, come per autoescludersi da essa, come per riportare le proprie origini all'interno del suo ruolo di genitore. Ma sono motivazioni di una semplice madre spaventata o davvero la pensa in questo modo? Questa commistione tra le anime dei protagonisti, il modo in cui ognuna scivola nell'altra senza soluzione di continuità è il vero valore della serie.

Anche in A Little Night Music il ritmo narrativo si mantiene equilibrato. Ci sono momenti più rilassati, altri più introspettivi, altri ancora decisamente più carichi di tensione e azione, come un finale che rimane sospeso nella notte fino alla prossima settimana. Il confine tra spy story realistica e puro thriller vacilla (ma almeno per questa settimana i sospetti di Paige ci danno tregua), ma forse è giusto così. Martha si rivela sempre più una spina nel fianco di Philip/Clark, e indirettamente potrebbe farlo scoprire, mentre il "triangolo" ideale tra Oleg, Nina e Beeman procede quasi parallelo alla vicenda principale.

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