American Horror Story: Hotel 5x03, "Mommy" - la recensione

Ancora una storia di origini nell'ultimo episodio di American Horror Story, che introduce Angela Bassett

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Spoiler Alert
Mommy, che qui non indica il titolo di uno dei migliori film dello scorso anno, ha una struttura non troppo diversa da quella del precedente episodio di American Horror Story: Hotel. C'è tutta una prima parte che manda avanti e approfondisce le storyline classiche, e poi in chiusura l'introduzione di un nuovo personaggio con tanto di flashback chiarificatore sulla sua storia e sulle sue motivazioni. Non male, considerando che Evan Peters e questa settimana Angela Bassett hanno ricevuto uno dei migliori trattamenti della storia dello show. Naturalmente tutto è parecchio scricchiolante e superficiale, vive di improbabili frasi e di drammi talmente sopra le righe che potrebbero trovare posto solo in un hotel degli orrori fuori dal tempo. Ma il minutaggio di American Horror Story questa settimana è più contenuto, qualche trovata divertente c'è e il nostro interesse non diminuisce.C'è un omaggio al genere Blaxploitation che è tanto improvviso quanto esilarante e, udite udite, ci sono motivazioni che hanno senso di esistere

Il principale rapporto materno che emerge dall'episodio è quello tra Iris e Donovan. La prima ha sacrificato gli ultimi decenni della sua vita per stare accanto al figlio, mentre questo non le ha mai perdonato di aver allontanato il padre e di aver commesso errori gravissimi nel crescerlo. Almeno un paio di linee di dialogo nella sfuriata tra di loro ci mettono a dura prova, ma alla fine la costruzione dei personaggi è maggiore della follia del momento, e addirittura non potremo fare a meno di provare dispiacere per Iris. Donovan da parte sua finisce tra le mani di Ramona, proprio il personaggio di Angela Bassett, che anche solo con la sua storia di origini surclassa le sue precedenti incarnazioni nella serie.

C'è un omaggio al genere Blaxploitation che è tanto improvviso quanto esilarante e, udite udite, ci sono motivazioni che hanno senso di esistere. Si pone quindi quello che dovrebbe essere – ma non si sa mai – il confronto della stagione tra Ramona e Elizabeth, che le ha dato il dono, ma poi le si è rivoltata contro nel momento in cui lei ha cercato di darlo ad altri. Per alcune persone che si riconciliano ce ne sono altre che meditano vendetta. E poi ci sono i jolly, come Sally o come Liz Taylor, sui quali non sappiamo niente. Sono le figure più magnetiche finora, distaccate eppure partecipi, soprattutto Sally, sulla quale si sta conducendo un buon lavoro nella costruzione delle aspettative. Speriamo di vederle confermate.

Tra una Naomi Campbell insanguinata e tutto il resto, il lavoro di Chloe Sevigny rischia di passare inosservato. Porge la sua Alex Lowe con una intensità e al tempo stesso una normalità che non sono proprie della serie. Ogni suo momento funziona perché lei lo riveste di maturità, di quel giusto distacco che, in una serie costantemente sopra le righe, ogni tanto ci vorrebbe, e nel confronto con il marito John, al quale chiede il divorzio dopo aver interpretato le visioni della figlia Scarlett come una richiesta di aiuto, è lei a vincere. Da una mamma all'altra, infine anche lei verrà risucchiata da Holden nell'incubo dell'Hotel Cortez, che finora non convince su tutti i fronti, ma continua a funzionare.

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