American Horror Story: Cult 7x10 "Charles (Manson) in Charge": la recensione

La recensione del penultimo episodio della stagione di American Horror Story: Cult

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Spoiler Alert
Si ripete American Horror Story, e di conseguenza non ci sentiamo molto in colpa a ripeterci anche noi, tanto più che siamo quasi arrivati al finale di stagione di Cult. Come già detto, la migliore intuizione di quest'anno è la ricorrente identificazione del serial killer, e di altre personalità malate e carismatiche, come simbolo di un malessere ricorrente in America. Questo male, che poi esplode in atti di violenza, razzismo, intolleranza, incapacità di gestire un dialogo senza ricorrere alla brutalità, si reincarna di volta in volta in figure ai limiti che ne sono quasi vittime. Per certi versi lo è Kai, il bambino immaturo che credeva di controllare ogni cosa, e invece era solo una pedina nelle mani di una storia più grande.

L'episodio si intitola Charles (Manson) in Charge, e come facilmente intuibile si concede una parentesi dedicata al famoso serial killer, ricostruendo il massacro cui è legato il suo nome. Tutto va in scena come ci aspetteremmo. È il racconto di Kai, e quindi il fatto che sia lui stesso, e quindi Evan Peters, a impersonare il folle, è logico, così come l'apparizione di altri familiari seguaci. In questo modo la scrittura trova un modo per ribadire all'interno della narrazione quel discorso di male reincarnato che dicevamo prima. Eppure c'è qui una certa leggerezza nel modo in cui la scrittura affronta un momento drammatico senza porsi troppi problemi nello sfuttarlo in una drammatizzazione a uso e consumo dell'intreccio.

E la metafora può starci, ovviamente, ma andrebbe anche accompagnata ad altro, quantomeno se si pretende di costruire una stagione intera. Nessun personaggio ha un arco narrativo compiuto, o logico, o accettabile. Ognuno contiene in se troppe possibilità, tutte conflittuali. Quanti Kai abbiamo visto a seconda delle situazioni? E cosa dire di questa Ally che, molto prevedibilmente, è diventata manipolatrice assoluta dopo aver pianto per più di metà stagione? Cosa esiste di questa serie al di fuori di una critica sociale, esattamente quale respingente storia viene raccontata qui?

Qualche buona scena emerge su tutto, e riesce a costruire i maggiori momenti di tensione dell'intera stagione. E funziona l'idea di spingere all'estremo il personaggio di Kai fino a fargli uccidere la sorella, costruendo un'empatia sinceramente insperata, anche se molto passeggera. American Horror Story: Cult arriva al finale la prossima settimana, con un episodio intitolato Great Again, che fin dal nome si ricollega idealmente al tema – e al personaggio pubblico – che più di tutti stanno ispirando l'attuale annata televisiva.

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