American Horror Story: Cult 7x09 "Drink the Kool-Aid": la recensione
La recensione del nono episodio di American Horror Story, intitolato Drink the Kool-Aid
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Abbiamo Kai che, incarnando l'anima paterna e paternalistica che lo contraddistingue rispetto ai suoi seguaci, narra loro storie edificanti su personaggi del passato recente degli Stati Uniti. Sette guidate da maniaci votati all'autodistruzione, tutti quanti con il volto di Evan Peters. Quindi Kai stesso, nella visione interna ed esterna dello show, è semplicemente l'anima malata di un corpo sociale in disfacimento, che nei momenti peggiori assume queste sembianze da santone – anche qualcosa in più, dato che lo stesso Peters interpreta addirittura Gesù ad un certo punto. Kai è il mostro, e come tale non può essere salvato e non ce ne facciamo nulla, ma qui ciò che interessa è la genesi del mostro.
In generale American Horror Story è qui, e lo è ancora nell'ultima rivelazione sulla paternità di Kai rispetto a Oz. Può essere vero o falso, ma non ci interessa perché, in una stagione che non è mai riuscita a conciliare intreccio e metafora, il percorso tende alla distruzione finale secondo schemi più alti, che possiamo interpretare (è molto semplice farlo) ma che non ci coinvolgono mai fino in fondo.