American Horror Story: Cult 7x08 "Winter of Our Discontent": la recensione
La recensione dell'ottavo episodio di American Horror Story: Cult, intitolato Winter of Our Discontent
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Fase due quindi perché di fatto Kai ha raggiunto la prima parte del suo obiettivo, l'elezione al consiglio comunale. Tutto ciò che è politica e tutto ciò che dovrebbe essere dibattito viene quindi filtrato attraverso il suo sguardo e quelle che ormai sono note come le sue convinzioni. L'istituzione di un gruppo di sicurezza privato sembra un passo obbligato considerato il programma che ha fatto eleggere Kai. Come al solito ogni potenziale conflitto viene diluito nella mancanza di confronti seri, ma viene presentato come dovuto e facile da ricevere per lo spettatore. Nulla da segnalare qui.
Nel momento del trionfo, Kai sembra perdere pezzi di consenso intorno a lui. Alcuni di questi verranno soffocati nel sangue, e i rapporti di parentela non conteranno più, ma al tempo stesso è difficile non vedere come la fragilità si nasconda in un blocco di potere così istintivo, che punta sulla rabbia e sulla cieca obbedienza piuttosto che sulla condivisione. D'altra parte lo stesso Kai, personaggio folle, ma molto metodico, sembra credere alla propria stessa illusione nel momento in cui propone alla sorella l'idea delirante del Messia. Forse l'inizio della fine.