American Horror Story: Cult 7x07 "Valerie Solanas Died for Your Sins, Scumbag": la recensione

Settimo episodio per American Horror Story: Cult, la recensione

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Spoiler Alert
A Valerie Solanas e soprattutto al suo tentativo di omicidio di Andy Warhol dedicarono una canzone Lou Reed e John Cale nell'album celebrativo Songs for Drella. Di fatto si tratta dell'ennesima riduzione di un personaggio controverso al suo atto più forte, che ormai ha preso il sopravvento sull'esposizione della sua tesi più pericolosa. American Horror Story riprende quel personaggio, ma lo fa a modo suo, condannandolo ad un involucro che da un lato vorrebbe raccontare la donna vera dietro la storia narrata, ma al tempo stesso ne utilizza l'immagine e il nome per imbastire una nuova e scricchiolante vicenda all'interno della critica sociale di quest'anno.

In fondo Valerie Solanas died for your sins: scumbag è quasi un riempitivo a poche settimane dalla fine della settima stagione. Viene introdotto un nuovo personaggio, interpretato da una rediviva Frances Conroy, e tutto viene raccontato sotto forma di flashback da parte di una persona che era vicina alla vera Valerie e ne ha seguito la caduta nella spirale di follia e violenza. Lo spettatore viene ripagato di tutto ciò che ha seguito in un ultima scena che contestualizza meglio le motivazioni e l'apparizione improvvisa del personaggio, ma al tempo stesso tutto appare molto artificioso e vago nell'esposizione. Kai rimane sempre questo genio del male che tutto vede e tutto orchestra nell'ombra, ma al tempo stesso poco è rimasto di quel conflitto che pure era stato accennato raccontando la sua storia personale.

I difetti sono sempre gli stessi. La critica sociale di grana grossa questa settimana viene sostituita da una provocazione altrettanto pesante. Si scopre nientemeno che Valerie Solanas e la sua setta sarebbero i veri killer dello zodiaco. Ora, non solo la sovrapposizione stona parecchio, ma al tempo stesso riduce molto l'apporto che questo personaggio avrebbe potuto fornire alla vicenda in termini di tematiche. Una forma di femminismo estremo, assurdo nelle sue tesi, può controbilanciare le posizioni di Kai, sempre rimanendo nel campo del grottesco, ma allora perché inserire quest'altro elemento del killer dello zodiaco? Forse per inserire la critica per cui nessuno immaginerebbe un killer seriale donna?

Nel ruolo di Valerie ritroviamo Lena Dunham dopo la fine dell'esperienza su Girls. Anche qui, non interpreta esattamente il più piacevole dei personaggi, ma in questo caso l'irritazione che suscita è funzionale alla vicenda.

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