American Horror Story: Cult 7x03 "Neighbors from Hell": la recensione
La recensione del terzo episodio di American Horror Story: Cult, intitolato Neighbors from Hell
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Allora il gesto ha valore per ciò che scatena rispetto alle tematiche della stagione, ed è qui che il discorso si fa più sottile. In un mondo di macrocategorie, Ally e la sua compagna fanno parte di una certa tipologia di persone, che dovrebbero trovarsi accomunate dall'opposizione al Trump-pensiero, inteso nel modo più vasto possibile. Invece Ally diventa suo malgrado – e con buona pace della persona uccisa, che a quel punto diventa a sua volta un puro strumento – lo sfogo collettivo di quello stesso macrogruppo di cui pure lei farebbe parte. Quindi entra nel dibattito anche la questione degli immigrati e dell'utilizzo legittimo delle armi da fuoco.
Il personaggio di Ally, sia per questo che per altri motivi, non ne uscirà bene. In realtà non ne esce bene nessuno, in questa scrittura che fa di tutto per imperniare sulla pura irritazione tutta l'empatia che potremo provare per questi personaggi. Le prospettiva di convivere con lo sbraitare scomposto di Sarah Paulson fino alla fine della stagione è sconfortante, ma non c'è nessun personaggio che susciti sentimenti anche solo vagamente positivi. L'intreccio di per sé si mantiene confuso, ma nella nebbia misteriosa sparsa da veicoli di notte non abbiamo mai la sensazione che vi sia un disegno unitario, qualcosa da scoprire al di fuori di una grande macchinazione che probabilmente verrà giustificata più a livello tematico che narrativo.