American Horror Story: Coven 3x09 "Head" (midseason finale): recensione
American Horror Story si congeda per qualche settimana con un episodio dissacrante, ma anche privo di tensione drammatica
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Head, un titolo che è tutto un programma, che ci rimanda all'elemento forse non più riuscito ma certamente più memorabile dell'episodio. La testa del personaggio razzista di Kathy Bates che viene costretta da Queenie a sorbirsi tutta la programmazione dello storico sceneggiato Radici, che corre, con la sua evidente impostazione sopra le righe e dissacrante, lungo tutto l'episodio, fungendo da sottofondo alle vicende che si consumano tra le fazioni magiche e non di New Orleans. Nella forte e ben gestita scena finale il commento musicale del video che Madame LaLaurie è costretta a vedere diventa il sottofondo di un massacro che si compie a poca distanza (in termini più pignoli potremmo dire che da diegetico diventa extradiegetico). E ancora una volta, al di là di logiche e caratterizzazioni, che proprio per il fatto di non esistere possono essere così agilmente superate, si erge una potenza delle immagini che diventa narrazione stessa.
Questo è American Horror Story: Coven. Se la coerenza è un pregio, allora va dato atto a Ryan Murphy di aver tenuto fede alle dichiarazioni che hanno preceduto la messa in onda di questa terza stagione. Il tono è decisamente più camp, sopra le righe, ridicolo, e inevitabilmente la tensione drammatica, o se preferite, il semplice interessarsi alle sorti dei protagonisti, è venuto meno (svolgere tutto in un contesto nel quale la morte non è definitiva non ha aiutato). Questa è la situazione di uno show che è cambiato: allo spettatore la scelta se cambiare con lui o lasciarlo andare per la sua strada.