American Horror Story: Coven 3x08 "The sacred taking": recensione
Tutte le storie iniziano a convergere, ma la serie ha ancora dei difetti
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Con la sua coralità e i suoi tanti personaggi, American Horror Story ha sempre avuto bisogno di un "punto di fuga", una prospettiva centrale dalla quale lanciare uno sguardo a tutte le varie storyline e tenerle al guinzaglio. Nella prima stagione era la casa maledetta e la sua storia centenaria, nella seconda era ovviamente il manicomio. Quest'anno qualcosa è mancato: il punto di fuga coincide forse con New Orleans stessa? È la villa della congrega? Non è stato affatto considerato? Manca un "minimo comun denominatore" sul quale fare perno e costruire l'intera scrittura, evitando così, come in questo episodio e soprattutto nei precedenti, che tutto si risolva in un insieme sconnesso di eventi buttati nel calderone.
Tutto il resto sarebbe un semplice riassuntone di tutta la mole di eventi che capita in questo episodio, che spingono – e questo sicuramente è un merito – quasi ogni storyline verso un unico punto (lo scontro si intensifica, Cordelia e Fiona hanno messo per il momento da parte le ostilità, Misty Day si è unita alle altre). Ormai ci avviamo alla conclusione: questo è ciò che American Horror Story ha offerto quest'anno. Poteva andar peggio, ma è innegabile il calo rispetto ai primi due anni.