American Horror Story 6x05 "Chapter 5": la recensione
Giro di boa per American Horror Story. La stagione arriva ad un punto di svolta
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In particolare il quinto capitolo della sesta stagione racconta l'ultima infernale parte di soggiorno della coppia alla villa maledetta. Prima di questo, però, ci sarà un lungo prologo ambientato secoli fa, nel quale torniamo a vedere la famiglia Mott – collegamento a Freak Show – e la sua vena di follia. Stavolta è Evan Peters a fare gli onori di casa. Sempre un piacere vedere il nostro Quicksilver, qui nelle vesti di un collezionista d'arte molto ossessionato dalla sua preziosa raccolta. Farà una brutta fine, ma come sempre in American Horror Story la morte non rappresenta un particolare problema. Lo ritroveremo secoli dopo, ad aiutare i nostri a scappare dalla macellaia.
Episodio coerente con i precedenti. Nel momento in cui la stagione ha deciso di appiattire il livello di follia, le esclamazioni assurde di Evan Peters risaltano e sono un piacere da ascoltare. Per il resto, ammesso che un prodotto di questo tipo debba avere una ragion d'essere, stentiamo ancora a trovarla. Senza tirare in gioco concetti come paura o tensione, a mancare è il sincero coinvolgimento verso ciò che vediamo. Ogni evento è puntellato da una dichiarazione di sgomento, paura, orrore da parte degli intervistati, ma tutto suona come artefatto e lontano (compreso anche l'improbabile coinvolgimento di una storica che dovrebbe donare verosimiglianza al tutto). Di fronte alla generale apatia e alla stanchezza della messa in scena, magari non arriviamo a rimpiangere gli eccessi kitsch, ma ci chiediamo se in fondo non donassero carattere alla storia.