Ammetto di essere confuso. Sono confuso riguardo le dinamiche di sviluppo fisico degli spiriti che infestano la
Murder House.
Tate è rimasto giovane; ha conservato l’aspetto che aveva quando è morto. Il nuovo arrivato, l’ennesimo frutto dei lombi di Constance, sembra cresciuto rispetto a quando è morto. I gemelli del pilot sono rimasti infanti. Conservano il loro aspetto anche il dr. Montgomery e la sua gentile signora. Moira ha sia l’aspetto che aveva quando è trapassata sia l’aspetto che avrebbe se fosse rimasta viva; dipende da chi la guarda. Ma chi decide se il fantasma del deceduto invecchia o no? La casa, secondo l’uso che intende fare dello spirito in questione? Lo spirito stesso? La grande Tartaruga che ha vomitato l’universo?
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Queste, credo, sono le domande cui non verrà mai data risposta. Alcune risposte a altre domande, sicuramente più rilevanti, arrivano in quest’episodio, "
Open House". Finalmente scopriamo come sono deceduti i coniugi Montgomery e l’origine dell’opossum-gremlin. Oltre alle risposte a domande insinuatesi nella nostra mente da subito per volontà degli abili sceneggiatori, piovono rivelazioni quasi sconcertanti dovute a colpi di scena dell’ultimo minuto: Constance ha figliato, nel corso della sua vita, come un coniglio; Larry ci ha mentito riguardo la sua esperienza nella casa. Ok, forse ho esagerato. La conta dei figli di Constance, salvo nuove rivelazioni, si ferma a tre e il fatto che Larry ci abbia mentito non è poi così sconcertante. Sorprendente è, invece, l’intreccio tra Constance e il nostro amico flambé; almeno per chi non sospettava minimamente della cosa. Morale della favola: Larry è succube dell’elegante signora del sud, così come lo è Moira. Più curioso invece il caso di Bo, il fratello di Tate. Ricorda vagamente il gemello di Bart Simpson, almeno vista la sua situazione. Dobbiamo aspettarci degli sviluppi sul suo personaggio o è un colpo di scena gratuito? La fiducia già accordata in precedenza a Murphy e Falchuk ci impone di confidare nel fatto che anche questo personaggio farà il suo. Tanto più che la pallina rossa con cui ama giocare è già comparsa in precedenza; se la passava nel seminterrato con sua sorella Adelaide, anche se lui restava ben nascosto. A onor del vero ero convinto che Addy giocasse con l’opossum-gremlin in quell’occasione.
Queste nuove rivelazioni fanno solo da contorno a un episodio che mette tanta carne al fuoco. Vivien Harmon trova un compratore interessato alla casa; purtroppo per lui il signore in questione decide di essere scortese con Constance. Tate è la dimostrazione che il dr. Harmon sa fare il suo lavoro e sembra quasi un ragazzo normale. Violet è molto triste di dover lasciare una casa i cui spettri non vedono l’ora di tormentarla. Ben Harmon fa capire a Larry che se smettesse di fare lo psichiatra potrebbe sempre essere un “bad ass” da film d’azione. L’agente immobiliare non ce la racconta giusta. Larry, come detto, è lo zerbino di Constance (non lo dicevo da tanto; Jessica Lange è straordinaria!). A conclusione di questa puntata il vero, grande colpo di scena: forse Vivien Harmon non è una totale imbecille. Certo, potrebbe smentirci nei primi due minuti del prossimo episodio, ma la speranza è l’ultima a morire.
American Horror Story recupera un po’ di quota, sfornando una puntata che non ha parti morte: sarà merito anche della fugace apparizione dell’uomo in lattice? E riguardo all’uomo in lattice: quanto dovremo aspettare prima di avere qualche indizio anche su di lui?
C’è un solo modo per scoprirlo, continuare a seguire la serie...