American Horror Story 1x06, "Piggy Piggy": il commento
Nel giro di qualche puntata, purtroppo, la serie di Ryan Murphy e Brad Falchuk sta avendo un calo qualitativo. Ma la speranza è l'ultima a... morire
È il 2011 e gli Harmon si trasferiscono nella Murder House. Non scoprono subito dove si trovano ma alla fine emergono inquietanti verità. Ed è a questo punto che questo episodio fa emergere buchi enormi nella storia: se foste una ragazzina emo che scopre di vivere nella casa degli orrori –nel 2011- cosa fareste? Perché io cercherei su internet “Murder House”. E magari scoprirei cose interessanti sul mio fidanzatino. E magari non impiegherei sei episodi e mille strade traverse per scoprire la verità. Ma per il bene della suspense Violet non è un personaggio troppo sveglio. È, però, il personaggio ideale per creare una storia che stia a metà tra Casper e Ghost. Sviluppo interessante ma pericolosissimo, dato l’enorme rischio di far finire tutto in un festival della banalità.
L’episodio è quasi tutto incentrato su Violet e la sua ricerca della verità su Tate, il che lo rende quasi soporifero. La giovane Vi scopre, a casa di Constance, di aver un “dono” e diventa di colpo una piccola Medium. Una piccola Medium che, andando con gli zoppi, impara a zoppicare. E quindi rispunta una vecchia conoscenza dal pilot che la informa sui cicli del sonno e Apocalissi varie. Fortuna che ci sono i coniugi Harmon! Il caro vecchio Ben è stato cacciato di casa la settimana scorsa, ma ha pur bisogno del suo studio. Vivien, generosamente e con una calma davvero civile, gli permette di usare ancora la casa. E proprio il caro dottor Harmon prende in cura l’uomo con il problema più ridicolo del mondo che, dopo aver sconfitto le sue paure –e aver riso della sua idiozia- scopre di essere anche la persona più sfigata del mondo. Da guinness. Nel frattempo, Vivien riesce a trovare l’adorabile infermiera che è svenuta facendole l’ecografia e le chiede spiegazioni. Ora, la tizia sarà pure impazzita, ma forse ha ragione quando dice che il nascituro è qualcosa di spaventoso se per nutrirlo devi mangiare roba spaventosa.
La paura iniziale nei confronti della difficoltà a “spalmare” un horror su tredici puntate si rivela fondata. La speranza –condita da una piacevole fiducia nei confronti dell’esperienza di Murphy e Falchuk- è, come accennato, che la stagione rialzi il tiro nel giro dei prossimi due episodi. Non è un ultimatum, è solo che sarebbe davvero un peccato sprecare una così bella idea con episodi non all’altezza.