American Horror Story 1x06, "Piggy Piggy": il commento

Nel giro di qualche puntata, purtroppo, la serie di Ryan Murphy e Brad Falchuk sta avendo un calo qualitativo. Ma la speranza è l'ultima a... morire

di
Condividi
Era il 1994 e Kurt Cobain decideva di privarci della sua presenza usando un po’ di piombo. Era il 1994 e Tate decideva di essere molto più generoso nel regalare piombo.

È il 2011 e gli Harmon si trasferiscono nella Murder House. Non scoprono subito dove si trovano ma alla fine emergono inquietanti verità. Ed è a questo punto che questo episodio fa emergere buchi enormi nella storia: se foste una ragazzina emo che scopre di vivere nella casa degli orrori –nel 2011- cosa fareste? Perché io cercherei su internet “Murder House”. E magari scoprirei cose interessanti sul mio fidanzatino. E magari non impiegherei sei episodi e mille strade traverse per scoprire la verità. Ma per il bene della suspense Violet non è un personaggio troppo sveglio. È, però, il personaggio ideale per creare una storia che stia a metà tra Casper e Ghost. Sviluppo interessante ma pericolosissimo, dato l’enorme rischio di far finire tutto in un festival della banalità.

L’episodio è quasi tutto incentrato su Violet e la sua ricerca della verità su Tate, il che lo rende quasi soporifero. La giovane Vi scopre, a casa di Constance, di aver un “dono” e diventa di colpo una piccola Medium. Una piccola Medium che, andando con gli zoppi, impara a zoppicare. E quindi rispunta una vecchia conoscenza dal pilot che la informa sui cicli del sonno e Apocalissi varie. Fortuna che ci sono i coniugi Harmon! Il caro vecchio Ben è stato cacciato di casa la settimana scorsa, ma ha pur bisogno del suo studio. Vivien, generosamente e con una calma davvero civile, gli permette di usare ancora la casa. E proprio il caro dottor Harmon prende in cura l’uomo con il problema più ridicolo del mondo che, dopo aver sconfitto le sue paure –e aver riso della sua idiozia- scopre di essere anche la persona più sfigata del mondo. Da guinness. Nel frattempo, Vivien riesce a trovare l’adorabile infermiera che è svenuta facendole l’ecografia e le chiede spiegazioni. Ora, la tizia sarà pure impazzita, ma forse ha ragione quando dice che il nascituro è qualcosa di spaventoso se per nutrirlo devi mangiare roba spaventosa.

Si fa sentire l’assenza di Larry, va detto che anche una visita dell’uomo in lattice sarebbe stata gradita. Ma un episodio cuscinetto, dopotutto, ci sta. Certo, ci sta se seguito da una gran bella puntata. Per questo attendo con ansia la prossima: la speranza è quella di veder risollevare una serie che prometteva davvero bene e che ha avuto un calo qualitativo preoccupante negli ultimi tre episodi.

La paura iniziale nei confronti della difficoltà a “spalmare” un horror su tredici puntate si rivela fondata. La speranza –condita da una piacevole fiducia nei confronti dell’esperienza di Murphy e Falchuk- è, come accennato, che la stagione rialzi il tiro nel giro dei prossimi due episodi. Non è un ultimatum, è solo che sarebbe davvero un peccato sprecare una così bella idea con episodi non all’altezza.

Continua a leggere su BadTaste