American Horror Story 1x01, "Pilot": il commento

Un primo episodio convincente per la serie horror firmata Murphy/Falchuk, ma riuscirà a reggere altri 12 episodi?

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Iniziamo oggi a commentare gli episodi di American Horror Story. Attenzione: potrebbero essere presenti piccoli spoiler!

Torna la premiata ditta Ryan Murphy/Brad Falchuk: American Horror Story è l’ultimo pargolo partorito dai genitori di Nip/Tuck e Glee. Sarà pure una coincidenza, ma in American Horror Story troviamo un dottore narcisista fissato con il sesso e una adolescente con dei problemi d’inserimento al liceo: sicuramente un caso, del resto è pieno il mondo di teenager problematici. E anche di dottori narcisisti erotomani. Almeno credo. A dirla tutta alcuni passaggi di questo pilot ricordano le scene più “dark” di Nip/Tuck, anche se American Horror Story si discosta parecchio dalle altre creature di Murphy e Falchuk, che ora si misurano con il genere horror.

L’idea base dietro alla storia è abbastanza standard per un racconto del terrore: Dylan McDermott e Connie Britton interpretano Ben e Vivien Harmon, una coppia di Boston che si trasferisce a Los Angeles - trascinandosi dietro la figlia adolescente Violet (Taissa Farmiga) - per regalare un nuovo inizio al loro matrimonio. La famiglia acquista una casa degli anni venti, appartenuta a un “medico delle star” dell'epoca, come sottolineato dall’onesta agente immobiliare, che sottolinea come i precedenti proprietari siano morti nel seminterrato della casa per un omicidio-suicidio. Ma l'agente però sorvola sui due gemelli morti nel seminterrato nel ’78, un omicidio al quale noi assistiamo nell’introduzione (e pubblicata recentemente online). I gemelli erano, tra l’altro, stati avvertiti da Adelaide (Kaitlyn Reed/Jamie Brewer), figlia di Constance (una superba Jessica Lange!), una gentildonna della Virginia con il vizietto di infiltrarsi dai vicini.

Insomma, quando siamo al decimo minuto sappiamo già che in questa casa sono morte quattro persone in totale. Sono tante? Non abbastanza. Così, dopo che la famiglia assume l’inquietante governante fissa della casa (“i proprietari vanno e vengono, io resto”), fa il suo ingresso in scena Larry Harvey (Denis O’Hare), a tutti gli effetti il classico personaggio da storia horror e che nasconde altri segreti. Così in una puntata abbiamo ottenuto diverse morti violente, una teenager sfregiata, un mostriciattolo a metà tra un opossum e un gremlin, un tizio ricoperto di lattice - manco fosse fuggito dal set di Pulp Fiction - e una strana governante (Frances Conroy) che è vecchia e inquietante per tutti tranne che per il povero Dr. Harmon il quale, chissà come, la vede sexy e provocante (Alexandra Breckenridge).

Credo sia questa la definizione di “tanta carne al fuoco”. La mente dietro a tutte le vicende nella casa sembra essere la casa stessa, la governante ne parla come se avesse una volontà propria e, come la maggior parte delle case malvagie, sembra che voglia distruggere chiunque ci viva usando le loro stesse debolezze (forse è per questo che il dr. Harmon vede la governante tanto sexy?). Resta da scoprire qual è il rapporto tra Constance e la casa, tra Moira e la casa, tra Constance e Moira, chi o cosa sia il gremlin-opossum (esiste davvero o è solo una rappresentazione del mostro interiore dentro ognuno di noi? Io voto per l’"esiste davvero") e, ovviamente, chi è la persona nel costume di lattice.

La puntata è coinvolgente e, in definitiva, convince: se l’obiettivo di un horror è spaventare questo pilot ci riesce benissimo, il problema sono le altre dodici puntate. Spalmare un horror lungo tutta una stagione è un tentativo ambizioso; riuscirci senza cadere nel banale una sfida quasi senza precedenti. Lo schema degli horror movie è infatti sparare a mille l’adrenalina e l’ansia dello spettatore da subito, tenerla alta per un’ora o due per poi rilasciare alla fine la pressione. Tenere alti livelli di ansia per tredici puntate sarà difficile, se non impossibile. I presupposti sembrano buoni; non ci resta, come sempre, che aspettare la prossima puntata.

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