American Horror Story: 1984 9×02 “Mr. Jingles”: la recensione
American Horror Story prosegue: confuso, ma molto autoironico e con quella vena di follia che da sempre caratterizza gli scambi della serie
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Troppa linearità nel primo episodio stagionale di American Horror Story, quindi già dal secondo si iniziano a mischiare le carte in tavola. Che per la serie di Ryan Murphy significa gettare più elementi nell'intreccio sperando di rimpolpare la trama che, letteralmente in questo caso, deve superare la notte. Nello specifico, Mr. Jingles, secondo episodio di 1984, conferma i due serial killer (Ramirez e appunto Mr. Jingles), moltiplica le morti, e ci presenta anche i fantasmi. Decisamente confuso, ma molto autoironico e con quella vena di follia che da sempre caratterizza gli scambi della serie.
Il secondo flashback riguarda invece le motivazioni, o meglio le radici del male di Ramirez. Personaggio trattato malissimo fin dall'infanzia, famiglia difficile, problemi personali, traumi a non finire (sembra Halloween di Rob Zombie, meno serioso). Lo giustifica? Beh, meglio non scendere troppo nel dettaglio, ma quel che è più importante è che Margaret, la donna che gestisce Camp Redwood, è convinta di sì. Il personaggio, cristiana fervente, si conferma potenzialmente come molto anormale e capace di qualunque cosa. Qui, con un giro di parole sul quale è meglio non ragionare troppo, riesce addirittura a portare dalla sua parte Ramirez. Forse così si creerà il terreno per uno scontro tra i due serial killer.