American Gods vol. 1: Le ombre, la recensione
Oscar Ink ha portato in Italia l'adattamento a fumetti di American Gods, osannato romanzo di Neil Gaiman
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Qualche mese fa, Oscar Ink ha portato in Italia American Gods, la riduzione a fumetti dell'omonimo romanzo di Neil Gaiman (Sandman, Coraline). Ci piacerebbe poter utilizzare un altro termine per descrivere questo volume - come "adattamento" o "trasposizione" - ma purtroppo "riduzione" è il più appropriato, trovandoci al cospetto di un riassunto dell'opera originale che non propone una reinvenzione creativa né soluzioni narrative adatte a un differente medium.
P. Craig Russell (Sandman, Star Wars: Shadows of the Empire), che in passato ha già adattato a fumetti diverse opere di Gaiman, prende le parole dello scrittore britannico e le ripropone dopo aver selezionato quali sono indispensabili e quali invece è possibile scartare; non c'è un'ulteriore rielaborazione per renderle più efficaci in una narrazione a vignette, con un risultato spesso troppo rapido e macchinoso. In altri casi c'è un eccesso di verbosità, demandando il racconto a tante, troppe didascalie che dominano per intere tavole. Il tutto minato nell'adattamento italiano da una traduzione ingenerosa.
L'impostazione delle tavole e delle inquadrature risultano banali, prive di ricercatezza: appaiono sempre le scelte più immediate e non approfittano della libertà che concede il tratto della matita, con fondali poveri e occasioni ricche di potenzialità sprecate per un'apparente pigrizia di fondo o tempistiche troppo strette. La giostra più grande del mondo, ad esempio, avrebbe potuto essere il soggetto di una splash page spettacolare, ma, vedendola rappresentata con nove statue di animali in primo piano e qualche bagliore in sottofondo, si ha l'impressione di assistere a un telefilm low-budget che non abbia potuto concedersi abbastanza effetti speciali.
La colorazione, inoltre, appiattisce le atmosfere delle diverse scene, come se tutto fosse visto attraverso il medesimo filtro desaturato. In coda al volume sono presenti alcuni bozzetti e disegni dotati di più mordente e personalità, lasciandoci presupporre che con scelte cromatiche differenti la percezione sarebbe stata più piacevole. Decisamente migliore la resa dei flashback disegnati da Glenn Fabry, Colleen Doran, Walt Simonson e dallo stesso Russell, che rappresentano uno dei pochi sollievi per gli occhi assieme alle numerose copertine e variant cover, in particolare quelle di David Mack, raccolte nel volume.
Le ombre copre un terzo del romanzo di Gaiman, e chi non avesse mai letto l'opera originale può comunque rimanere affascinato dalla vicenda e dall'universo narrativo che qui inizia a svelarsi. Così come in passato si producevano numerosi adattamenti a fumetti dei Classici della Letteratura, per avvicinare alla lettura chi non era propenso a prendere in mano un libro di prosa, probabilmente qualcuno potrebbe essere spinto a conoscere meglio American Gods tramite la Nona Arte, ma quella in oggetto resta purtroppo una versione annacquata che conserva solo in parte il fascino dell'originale.