American Gods 1x03, "Head Full of Snow": la recensione
Nel terzo episodio, American Gods si focalizza sul rapporto tra Wednesday e Shadow e sulla progressiva demolizione dello scetticismo di quest'ultimo
Rispetto alla puntata precedente, Head Full of Snow punta maggiormente sulla progressiva definizione del rapporto tra Wednesday e Shadow, complice una rapina in banca sui generis e una nevicata che, stando alle parole del primo, è unica e diretta derivazione della volontà del secondo. Per Shadow, che non crede in niente - come sottolineato da Zorya Polunochnaya (Erika Kaar), generosa donatrice della seconda moneta fortunata all'ex galeotto - quello che si pone davanti ai suoi occhi ha il sapore di una coincidenza dai tratti ineffabili, e non dubitiamo che la comparsa, nella scena finale, della defunta moglie Laura (Emily Browning) nella sua camera d'albergo possa essere la spinta definitiva ad abbandonare il suo ormai ben noto scetticismo.
Intento che, traslato in termini televisivi, è il medesimo di American Gods stessa, che ambisce a conquistare il proprio pubblico non tanto con complessi viluppi di trama, quanto con il potere di meravigliare caratteristico delle popolazioni antiche, la fascinazione ancestrale per fenomeni eterni che spaziano dalla formazione dei fiocchi di neve alla prima scintilla del sentimento d'amore, raccontato da Shadow e dipinto dall'episodio nell'onesta, suggestiva scena di sesso tra Jiin e Salim (onore al merito di una rappresentazione lontana da obsolete censure bigotte). Non stupisce che, come dichiarato da Neil Gaiman, la prima stagione della serie copra solo cento pagine del romanzo d'origine, concedendosi approfondimenti e digressioni sempre pertinenti col grande affresco visivo, tematico ed emozionale che sta andando costruendo con rara maestria, settimana dopo settimana.