American Animals, la recensione
Storia vera trattata come finta, ma in fondo parodia dei molti film "tratti da una storia vera", American Animals è una rapina incredibile
Per guardare questa storia di universitari che si improvvisano ladri nella maniera più cialtrona, per il colpo più idiota (rubare un libro antico senza sapere come ricettarlo) finendo nella maniera peggiore, forse il punto di partenza più corretto è Pain And Gain, quello che fu il primo film a raccontare una storia vera mettendo in evidenza il caos imprevedibile e l’ironia potentissima che si nasconde nei fatti reali, soprattutto in quelli che “paiono un film”. Come nel film di Michael Bay infatti American Animals fa in modo che i protagonisti si percepiscano come dentro un film, pensino se stessi già come personaggi e non persone.
Ma il film di Bart Layton è anche qualcosa di simile alla parodia dei film tratti da storie vere per come incorpora i veri protagonisti dei fatti e gli fa commentare tutto demitizzandoli. I luoghi in cui sono intervistati parlano di miseria, piccineria e dell’opposto esatto della grandezza del cinema. Margot Robbia truccata da Tonya Harding era epica anche invecchiata, anche in quell’orrida cucina dove veniva fintamente intervistata. Invece la vera Betty Jean Gooch (la libraia che custodiva il libro da rubare), intervistata anch’essa nella sua cucina, è di una marginalità inarrivabile. Proprio lo scontro con la realtà che in un film non può entrare.