Amazing Spider-Man 52, la recensione

Amazing Spider-Man 52 è un albo che conquista per la sua eccezionale componente artistica ma ci regala anche una sentita riflessione sulla natura del protagonista

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Amazing Spider-Man #850, anteprima 05

La storica testata dedicata a Spider-Man taglia il ragguardevole traguardo delle 850 uscite e per l’occasione la Marvel ha chiamato a raccolto alcuni degli autori che hanno contribuito nel corso degli anni a rendere il Tessiragnatele un’icona del Fumetto: accanto al team creativo che ha rilanciato il titolo nel fresh start orchestrato da C.B. Cebulski, ovvero lo sceneggiatore Nick Spencer e il disegnatore Ryan Ottley, troviamo i disegnatori Humberto Ramos e Mark Bagley, che firmano il racconto in tre parti Il ritorno di Goblin; in appendice, possiamo leggere tre storie brevi firmate rispettivamente da Kurt Busiek e Chris Bachalo (All you need is…?), Tradd Moore (Quattro Scarpe), Saladin Ahmed e Aaron Kuder (Un affare di famiglia). Il numero è stato presentato da Panini Comics su Amazing Spider-Man 52.

Se seguite il titolo, saprete già che in questi ultimi mesi abbiamo assistito al ritorno sulla scena del Mangiapeccati, personaggio riportato in vita dal misterioso Kindred. Stan Carter ha ripreso la sua personale crociata contro i peccatori e, lungo il percorso, ha iniziato a riscuotere tanti consensi tra la gente comune, affascinata dal suo operato. Adesso, nel suo mirino è finito Norman Osborn, attuale direttore dell’Istituto Ravencroft, da tutti conosciuto soprattutto per il suo passato criminale.

La storia principale, dunque, segue l’incontro/scontro tra l’Uomo Ragno, Goblin e il Mangiapeccati: i due acerrimi nemici accantonano - momentaneamente - le vecchie divergenze per affrontare un avversario potenziato dalle abilità del Fenomeno. Spencer si cimenta in un racconto adrenalinico in cui l’esito della sfida resta in bilico fino alla fine. I toni cupi e orrorifici delle precedenti uscite vengono arricchiti con tanta tensione e azione, realizzando un albo che intrattiene in maniera soddisfacente e, al contempo, prepara il terreno per le storie a venire.

"Dietro a una preminente componente action, rintracciamo una sentita riflessione dello sceneggiatore statunitense sulla natura del protagonista e le motivazioni che da oltre cinquant’anni lo spingono a intraprendere una battaglia contro il crimine"Ma dietro a una preminente componente action, rintracciamo una sentita riflessione dello sceneggiatore statunitense sulla natura del protagonista e le motivazioni che da oltre cinquant’anni lo spingono a intraprendere una battaglia contro il crimine. Oltre al confronto con la sua nemesi, Peter deve affrontare anche il giudizio dei membri dell’Ordine della Ragnatela, ospiti speciali delle ultime uscite: Miles Morales, Spider-Woman (Jessica Drew), Madame Web (Eugenia Carpenter), Ghost-Spider (la Gwen Stacy di Terra-65), Spider-Girl (Anya Corazon) e Silk (Cindy Moon). Spettatori esterni della vicenda, questi comprimari discutono sulla scelta dell’Arrampicamuri prima di intervenire anche loro: i dialoghi vengono strutturati da Spencer per fare da contrappunto a quanto assistiamo tra le mura del manicomio, esponendo dubbi e dilemmi intorno alla scelta di Spidey.

Giunti alla fine della lettura, è evidente come questo albo celebrativo rappresenti un passaggio importante per il prosieguo della run di Spencer ma non sia una di quelle letture imprescindibili del Tessiragnatele: è chiaro che qualcosa di molto più grande si sta palesando all’orizzonte. Il ritorno di Goblin, però, riesce a mantenere vivo l’interesse per il prosieguo della serie e ci regala un notevole contro tra Norman e Peter che sembra chiudere il loro passato.

Se la componente narrativa, dunque, è buona ma non memorabile, risulta decisamente più accattivante quella artistica; il merito va tributo ad artisti quali Ottley, Ramos e Bagley, esponenti di epoche diverse ma tutti ancora perfettamente a proprio agio sul titolo. In particolare, rivedere all’opera gli ultimi due su Amazing Spider-Man è un vero piacere e ci conduce in un’esperienza di lettura appagante: non si tratta di semplice amarcord ma della bellezza di tratti inconfondibili che non hanno perso un grammo della loro bellezza.

I racconti brevi in chiusura sono delle piacevolissime chicche che rendono la pietanza ancora più ricca e appetitosa. Anche in quest’occasione, i disegni rappresentano il vero punto di forza, con Moore nella parte del leone: il suo stile visionario è superbo e funziona benissimo anche in questo contesto. Bachalo e Kuder sono delle certezze, disegnatori di grande attrattiva capaci di rendere uniche anche storielle brevi, in cui ritroviamo la componente più spensierata di Spider-Man.

[gallery type="thumbnails" columns="1" size="large" ids="293173,293174,293171"]

Continua a leggere su BadTaste