Alone, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2020

Un giovane alle prese con l'isolamento e un'invasione di zombie è il protagonista di Alone, film con star Tyler Posey che intrattiene senza lasciare il segno

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Alone, film diretto da Johnny Martin con protagonista Tyler Posey e presentato al Trieste Science + Fiction 2020, prende il via con una pandemia che trasforma le persone in zombie costringendo le persone a isolarsi nella sicurezza delle proprie abitazioni mentre il caos regna ovunque. Il giovane Aidan si risveglia una mattina come tante senza troppi pensieri, non potendo prevedere che dopo poche ore il suo vicino si trasformerà davanti ai suoi occhi in una creatura letale e il suo condominio sarà invaso dalle persone infette. Il ragazzo cerca di mettersi in contatto con la sua famiglia, senza riuscirci, e il trascorrere del tempo, la mancanza di cibo e il susseguirsi di problemi portano il protagonista a perdere progressivamente la speranza e la voglia di vivere, essendo totalmente isolato e privo di interazioni umane. A cambiare radicalmetne la situazione sarà la scoperta che dall'altro lato del cortile vive Eva (Summer Spiro), un'altra sopravvissuta all'infezione con cui si stabilisce un legame che dà nuova linfa alla loro lotta per sopravvivere.

Le idee alla base di Alone non sono particolarmente originali o basta pensare a progetti come 28 Giorni Dopo per ricordarsi come sia possibile costruire un'opera interessante e coinvolgente basandosi sull'idea della necessità di connessioni umane durante eventi catastrofici e incontrollabili o la reazione emotiva di chi si risveglia in un mondo totalmente stravolto. Johnny Martin sceglie di mostrare quanto accaduto partendo dal momento in cui Aidan perde totalmente la speranza per poi tornare alla mattina in cui è iniziato tutto, limitando così di molto la tensione che avrebbe potuto suscitare naturalmente il susseguirsi degli eventi. Il regista Johnny Martin decide però di gestire l'intero destino della famiglia di Aidan e le cause della pandemia in modo superficiale con il semplice scopo di creare una base per l'incontro con Eva, vero punto di svolta per dare il via all'azione e alle emozioni. Le interazioni tra i due personaggi permettono a Tyler Posey e Summer Spiro di offrire una maggior profondità ai propri personaggi, alternando leggerezza, un pizzico di romanticismo, e drammaticità. La voglia di sopravvivere spinge giustifica inoltre la necessità di uscire dalle mura dell'appartamento e affrontare gli zombie, realizzati in modo piuttosto approssimativo per quanto riguarda il trucco, permettendo di aggiungere un po' di azione e tensione al racconto.

Uno dei difetti principali di Alone è però l'incapacità di spaventare realmente o offrire svolte imprevedibili e persino l'apparizione di Donald Sutherland, sempre carismatico e in grado di dare profondità ai propri personaggi anche senza potersi basare su materiale particolarmente rilevante, è costruita in modo tale da rendere scontata la rivelazione legata alla vita dell'anziano Edward.

Alone riesce, nonostante i tanti limiti, a intrattenere e, pur non avendo il coraggio di osare realmente sul finale, soddisfa i fan di Tyler Posey, messo alla prova con un ruolo interessante, e chi è alla ricerca di un film di genere senza troppe pretese.

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