All Star Sezione Otto, la recensione
Abbiamo recensito per voi All Star Sezione Otto, volume RW-Lion contenente l'ultima miniserie firmata da Garth Ennis e John McCrea
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nell’universo narrativo DC Comics ricco di personaggi iconici fanno il loro esordio, dunque, Sixpack, il Defenestratore, Bueno Excellente, Saldacani, Fuoco Facile, Scatarr, Jean de Baton-Baton e Tremor. Ognuno di questi individui era una picconata a decenni di storie e avventure con i loro costumi ridicoli, i loro poteri strambi, rappresentativi di pulsioni basse e violente, le caratteristiche di battaglia che danno vita a un irriverente gioco volto a parodiare l’immagine del superuomo così come la conosciamo. D’altronde, cosa potevamo aspettarci da un manipolo di personaggi che prende il nome dalla sezione del codice dell’esercito statunitense che esonera i militari dal servizio per problemi di sanità mentale?
Ennis si dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, un grande conoscitore del media fumetto e delle sue dinamiche interne. La storia è formata da sei episodi autoconclusvi, ognuno dei quali ospita un eroe diverso, e tutti legati dal filo conduttore che è la ricerca. Supportato da uno schema narrativo semplice e lineare, l’autore irlandese si lancia nell’ennesimo lavoro di decostruzione degli stereotipi del fumetto U.S.A., svolto con la solita cattiveria, crudezza dei toni e del linguaggio, humor nero. Sebbene la Sezione 8 persegua il bene e voglia adoperarsi per ristabilire la pace e debellare il male, vengono respinti dalla più edulcorata e distaccata comunità supereroistica DC a causa delle loro evidenti brutture. La dottrina neoplatonica che faceva risiedere il bene solo nella bellezza porta a una consequenziale esclusione di Six Pack e soci dal Pantheon di adoni in calzamaglia che da anni orami riempiono il nostro immaginario. La caparbietà con la quale i nostri affronteranno le paradossali vicende che si susseguiranno senza sosta riesce a creare la giusta empatia col lettore che ben presto si schiererà dal lato dell’Uomo Utensile o Grappinoh arrivando financo a rinnegare il suo amore per l’Uomo Pipistrello e la Principessa delle Amazzoni. Il capitolo conclusivo, dal tono onirico, rallenta il ritmo dello storytelling e lascia in parte perplessi per il finale, troppo lontano dai canoni ennisiani. Ci teniamo a precisare che le ultime tavole con Superman co-protagonista non vanno a inficiare il risultato globale dell’opera che resta comunque alto.
Chi ama Garth Ennis non potrà che godere del ritorno dell’autore su una delle sue creature meno note ma che si rivelerà in queste pagine in tutta la sua brutale bellezza. Ci piace immaginare Ennis seduto nel suo studio intento a cercare il prossimo agnello sacrificale da immolare sull’altare della sua crociata. Nel frattempo dormite sonni tranquilli, la Sezione Otto è tornata!