All Star Sezione Otto, la recensione

Abbiamo recensito per voi All Star Sezione Otto, volume RW-Lion contenente l'ultima miniserie firmata da Garth Ennis e John McCrea

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Chi conosce l’opera di Garth Ennis sa quanto la penna dell’autore irlandese sia così iconoclasta, grottesca, dissacrante, capace di partorire una prosa ricca di violenza e umorismo nero che hanno reso alcuni suoi lavori delle vere e proprie pietre miliari per il fumetto d’autore. Nel gioco di decostruzione che porta avanti da oltre venti anni, le sue vittime preferite sono i supereroi e tutto il ricco simbolismo che figure così osannate e amate portano con sé. Dopo aver svelato al mondo intero le perversioni che si celano dietro il mondo patinato degli eroi nella serie The Boys, Ennis ha continuato a ribaltare la prospettiva che il lettore ha di queste figure presentando lo sgangherato team Sezione Otto, un gruppo di persone disfunzionali tutte originarie del quartiere irlandese di Gotham City conosciuto come il Calderone, apparse per la prima volta tra le pagine del suo Hitman.

Nell’universo narrativo DC Comics ricco di personaggi iconici fanno il loro esordio, dunque, Sixpack, il Defenestratore, Bueno Excellente, Saldacani, Fuoco Facile, Scatarr, Jean de Baton-Baton e Tremor. Ognuno di questi individui era una picconata a decenni di storie e avventure con i loro costumi ridicoli, i loro poteri strambi, rappresentativi di pulsioni basse e violente, le caratteristiche di battaglia che danno vita a un irriverente gioco volto a parodiare l’immagine del superuomo così come la conosciamo. D’altronde, cosa potevamo aspettarci da un manipolo di personaggi che prende il nome dalla sezione del codice dell’esercito statunitense che esonera i militari dal servizio per problemi di sanità mentale?

Sono passati anni da quella comparsa e ora, nel rinnovato corso editoriale della DC, ecco tornare in azione la Sezione Otto all’interno della collana All Star, che ha ospitato in passato personaggi di ben altra caratura, ci riferiamo ovviamente a All Star Superman di Grant Morrison e Frank Quitely e al controverso All Star Batman & Robin di Frank Miller e Jim Lee. Garth Ennis riprende in mano la sua creatura e, affiancato alle matite da fido John McCrea, riporta in pista Sixpack e la sua squadra. Della versione originale, purtroppo, sono rimasti in vita solo Sixpack e Bueno mentre gli altri sono caduti sul campo. La volontà del leader della Sezione 8, però, è quella di rimettere in sesto la formazione e tornare in azione. Alla chiamata rispondono un nuovo Saldacani, Viscere, il barista Baytor, Grappinoh e l’Uomo Utensile. E siamo a sette. Per essere al completo manca un ultimo componente e Six Pack intraprenderà una ricerca forsennata nell’intento di reclutare un supereroe di primo livello, per sfruttare la sua immagine ed enfatizzare, così, il loro ritorno. Ennis non ha paura di osare e questa volta alzerà l’asticella ulteriormente demolendo l’immagine di personaggi del calibro di Batman (il miliardario vigilantes nervoso per una multa per divieto di sosta), Lanterna Verde (alle prese col suo ego smisurato e un dinosauro), Martian Manhunter (forse l’unico realmente interessato a unirsi a questo gruppo di disadattati ma con seri problemi di igiene personale) e Wonder Woman (presa dall’organizzazione del matrimonio di Viscere e Bueno). Insomma, niente e nessuno viene risparmiato nel tritacarne che è All Star Sezione Otto.

Ennis si dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, un grande conoscitore del media fumetto e delle sue dinamiche interne. La storia è formata da sei episodi autoconclusvi, ognuno dei quali ospita un eroe diverso, e tutti legati dal filo conduttore che è la ricerca. Supportato da uno schema narrativo semplice e lineare, l’autore irlandese si lancia nell’ennesimo lavoro di decostruzione degli stereotipi del fumetto U.S.A., svolto con la solita cattiveria, crudezza dei toni e del linguaggio, humor nero. Sebbene la Sezione 8 persegua il bene e voglia adoperarsi per ristabilire la pace e debellare il male, vengono respinti dalla più edulcorata e distaccata comunità supereroistica DC a causa delle loro evidenti brutture. La dottrina neoplatonica che faceva risiedere il bene solo nella bellezza porta a una consequenziale esclusione di Six Pack e soci dal Pantheon di adoni in calzamaglia che da anni orami riempiono il nostro immaginario. La caparbietà con la quale i nostri affronteranno le paradossali vicende che si susseguiranno senza sosta riesce a creare la giusta empatia col lettore che ben presto si schiererà dal lato dell’Uomo Utensile o Grappinoh arrivando financo a rinnegare il suo amore per l’Uomo Pipistrello e la Principessa delle Amazzoni. Il capitolo conclusivo, dal tono onirico, rallenta il ritmo dello storytelling e lascia in parte perplessi per il finale, troppo lontano dai canoni ennisiani. Ci teniamo a precisare che le ultime tavole con Superman co-protagonista non vanno a inficiare il risultato globale dell’opera che resta comunque alto.

Come alto è il livello delle matite di McCrea, che va a ricomporre un team creativo di comprovata qualità. La stupenda prova di Ennis viene bilanciata dalle belle tavole dell’artista irlandese, intrise di una potenza grottesca e dissacrante che incrementa il lavoro di demolizione di quest’opera. Stupenda la sequenza dedicata al Cavaliere Oscuro in cui vengono riprese alcune immagini iconiche e rilette in chiave sarcastica, con toni diametralmente opposti rispetto alla realizzazione primigenia. Ma tanti altri sono i meriti di McCrea bravo nell’esaltare tutti gli aspetti caricaturali e decostruttivi di questo volume.

Chi ama Garth Ennis non potrà che godere del ritorno dell’autore su una delle sue creature meno note ma che si rivelerà in queste pagine in tutta la sua brutale bellezza. Ci piace immaginare Ennis seduto nel suo studio intento a cercare il prossimo agnello sacrificale da immolare sull’altare della sua crociata. Nel frattempo dormite sonni tranquilli, la Sezione Otto è tornata!

Continua a leggere su BadTaste