L'Alienista - L'angelo delle tenebre: la recensione
Dakota Fanning, Luke Evans e Daniel Brühl tornano in L'alienista - L'angelo delle tenebre, seconda stagione della serie
L'Alienista - l'angelo delle tenebre, composta di 8 episodi, è la seconda stagione della serie con protagonisti Dakota Fanning, nel ruolo di Sara Howard, Luke Evans in quello di John Moore e Daniel Brühl in quello del dottor Laszlo Kreizler.
Il caso trattato quest'anno è legato al rapimento di un neonato, figlio di una famiglia benestante di New York, che viene ritrovato morto in un negozio di giocattoli della città. Quando un altro bambino, erede di una coppia di diplomatici spagnoli, viene rapito a Sara sarà affidato il caso, che lei affronterà con la sagacia che l'ha sempre contraddistinta.
Stesso discorso vale per molti dei conflitti che vengono introdotti in questa nuova stagione. Storicamente è ambientata nel 1897, sull'orlo della guerra Ispano-Americana, e quando il bambino della famiglia Linares viene rapito e la señora, come viene chiamata la donna nella serie, viene arrestata per la tensione politica e a causa dell'imperante corruzione del dipartimento di polizia, la questione non viene approfondita più di tanto ed anche in questo caso il team creativo sembra essersi lasciato sfuggire l'occasione di prendere una strada che sarebbe stata narrativamente interessante raccontare.
E proprio a proposito del team creativo, quest'ultimo è stato completamente rinnovato rispetto alla prima stagione, cosa che risulta piuttosto evidente nel modo in cui la serie cambia quasi brutalmente il protagonista dal dottor Kreizler a Sara. L'Alienista - l'angelo delle tenebre è infatti una stagione quasi esclusivamente al femminile, cosa che non sempre è positiva, soprattutto nel suo esasperato tentativo di modernizzare in maniera estrema, e non sempre accurata, il personaggio di Sara.
Dal punto di vista dei costumi e delle scenografie lo show continua ad essere un prodotto degno di nota, che fatica però in molti altri campi, a volte persino nell'interpretazione della Fanning stessa che, nonostante la sua centralità, risulta a tratti quasi vacua, non sufficientemente di carattere, soprattutto per un personaggio come quello che veste. La cosa migliore che emerge da questa seconda stagione è invece l'interpretazione di Rosy McEwen (Libby Hatch), che avrà un ruolo molto importante e nel quale gli autori sembrano essere riusciti a riversare tutto il meglio della serie, dandole una personalità complessa e riuscendo - nonostante la sua storia - a non etichettarla, ma a mostrarla anche come una vittima di una società incapace di difendere i più deboli e tradita da tutte le persone che avrebbero dovuto prendersi cura di lei.
In termini di trama, stranamente, la serie ha avuto la sfortuna di essersi scontrata, soprattutto quando è uscito negli Stati Uniti (il che ha reso il paragone quasi inevitabile), con Perry Mason, un altro dramma in costume che ha raccontato un'altra storia in cui si tratta il caso sulla morte di un neonato ed in cui le donne sono descritte come vittime di una società maschilista, ma anche coraggiose fautrici del proprio destino, il tutto con risultati contrastanti, ma anche molto diversi da quelli della seconda stagione de L'Alienista che lascia, così, la generale sensazione di essere soprattutto un prodotto con un potenziale tristemente inespresso.
La seconda stagione de L'Alienista è disponibile su Netflix dal 22 ottobre 2020.
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