Alice Attraverso Lo Specchio, la recensione
Ecco il tanto atteso, e temuto, sequel di Alice In Wonderland del 2010. Ebbene... è molto meno peggio di quanto potessimo aspettarci
Forse l'arrivo del regista dei due ultimi film Muppet nonché delle prime avventure televisive di Sacha Baron Cohen (Da Ali G Show) ha abbassato l'intensità visiva ma dobbiamo ammettere che la sceneggiatura di Alice Attraverso Lo Specchio ad opera di Linda Woolverton è molto più fluida e coerente rispetto a quella del suo fortunato (in termini di incassi) primo capitolo.
Il film si apre con Alice condottiera nel mare in tempesta anche se è difficile distinguere qualcosa di definito in mezzo a galeoni sballottati da cavalloni oceanici blu scuro in confusa CGI. E se la ragazzina in grado di domare le onde tornasse a casa e si deprimesse come quando, nel nostro mondo, si torna all'ovile dopo l'Erasmus? Nella realtà domestica la attende una madre triste come poche + orridi obblighi familiari impossibili da evitare. Impossibili? Ma qualcosa può essere realmente impossibile per la nostra impavida Alice?
Quando ci si sta cominciando veramente ad annoiare, la pulzella attraversa il tedio e anche lo specchioIl film piace perché ripropone i personaggi del primo episodio ma è come se ognuno di loro fosse più normale (e questo potrebbe giustamente irritare chi cerca solo follia da film così) e umano. Bentornato Cappellaio Matto (era una vita che Johnny Depp non era così emozionante e dolce), Regina Bianca (adesso capiremo veramente l'autocritica eleganza di Anne Hathaway), Regina Rossa (scatenata Helena Bonham Carter), Stregatto, Bianconiglio, Pancopinco e Pincopanco. In più c'è tempo per un nuovo innesto: Il Tempo, ottimamente interpretato da un Sacha Baron Cohen (e qui forse l'antico sodalizio con Bobin ha portato tanta scioltezza e voglia di crederci) camp nel look (Caifa di Jesus Christ Superstar + Ex Machina) e invece maturo e duro come la roccia in una prova che ci dimostra per l'ennesima volta come l'inglese sia un bravo comico ma forse soprattutto un ottimo attore. Chissà come sarebbe stato il biopic di Freddy Mercury con un interprete così intelligente e ormai raffinato. E chissà come sarebbe un film in cui lui e Depp facessero coppia fissa con il secondo stravagante e lui severo. C'è una scena che mostra una chimica pazzesca tra i due. Fu proprio il Tim Burton di Sweeney Todd - Il Diabolico Barbiere di Fleet Street a dimostrarci per primo nel 2007 quanto Cohen potesse essere versatile al di fuori delle sue candid comedy di successo.
Mentre in Alice Nel Paese Delle Meraviglie ti spaccavi la testa per capire come eri passato da una scena all'altra, qui è tutto più fluido e accessibile anche se meno vorticoso e conturbante dal punto di vista atmosferico.
Le aspettative erano forse così basse che il risultato finale potrebbe rischiare di farvi attraversare 113 minuti niente male con meno Alice (Mia Wasikowska funzionale ma niente di più) e più Depp (il Cappellaio Matto sembra uno strambo accattivante e non solo il buon Johnny truccato male) e Cohen + Bonham Carter (bella coppia idiosincratica nel film).
Bobin ha attraversato lo specchio indenne. Ma tutto ciò potrebbe non bastare se i risultati al box office saranno nettamente inferiori al miliardo (1,025,467,110 wordwide, per essere precisi) di dollari incassati dal film del 2010.
Possibile o impossibile?